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Si rovescia barcone di migranti nel fiume Drina: almeno 11 morti, c’è anche un bambino


Una barca che trasportava una trentina di migranti partiti dal Medio Oriente e diretti in Italia attraverso la rotta balcanica si è rovesciato nel fiume Drina che divide la Serbia dalla Bosnia. Almeno 11 sono le vittime del naufragio, tra loro anche un bambino di appena 9 mesi che con la sua mamma ha tentato la traversata.

La polizia serba, ha fatto sapere il ministro dell'Interno Ivica Dacicha ricevuto una chiamata intorno alle 5 del mattino dalla Bosnia dalle autorità di frontiera bosniache: un testimone, residente locale, ha visto e segnalato la barca che affondava.

In un primo momento il ministro ha parlato di 25 migranti a bordo del gommone. Ma dalle coste della Bosnia è stato segnalato che diciotto migranti, tra cui dieci minori di cui sei non accompagnati, sono riusciti a salvarsi e ad attraversare il fiume. Contando gli undici morti è certo quindi che a bordo del barcone fossero di più, una trentina almeno, e che possano essere dunque ancora dei dispersi.

Tra gli ultimi corpi trovati, in corrispondenza della località di Ljubovije, in territorio bosniaco, è quello del più piccolo, un bambino di appena nove mesi. “Il bambino era con la madre, il cui corpo è stato tirato fuori dal fiume oggi – ha detto Dacic – La polizia ei soccorritori stanno continuando a cercare nel fiume Drina e nel terreno circostante”.

Dei diciotto migranti che sono riusciti a raggiungere la riva, 16 provengono dalla Siria e due dall'Egitto.

In tutto, più di un milione di persone provenienti dall'Asia e dall'Africa, in fuga da guerre e povertà, hanno attraversato la Serbia dalla crisi dei rifugiati del 2015, secondo il governo serbo. La maggior parte dei tentativi di attraversamento negli ultimi mesi proviene da Siria, Afghanistan, Turchia, Marocco e Pakistan, secondo i dati ufficiali. Molti migranti usano i trafficanti per entrare in Serbia dalla Bulgaria e dalla Macedonia del Nord e poi cercano di raggiungere l'Ungheria o la Croazia, membri dell'Ue.

Nei primi sei mesi del 2024 i dati raccolti da Frontex rilevano un calo del 72% negli attraversamenti della rotta balcanica, ma il flusso c'è ancora, anzi oggi è più corretto parlare di “rotte balcaniche”, al plurale.

L'Organizzazione internazionale per le Migrazioni ha calcolato che dal 2014 lungo la rotta balcanica sono morte almeno 484 persone, ma si tratta di tempi al ribasso, e le istituzioni locali non tengono registri ufficiali con il conto delle vittime. Non c'è una fonte ad esempio per conoscere quanti siano i morti annegati nella Drina. Ma dieci vittime, tutte insieme, annegate per giunta in un fiume, sono un numero altissimo, oltre che un'ennesima tragedia dei confini, ragiona chi si occupa di persone migranti.



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