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Il miliziano Al Shami, la propaganda e i video sui social: così Hezbollah maschera il fallimento




Dopo il attacco massiccio neutralizzato dalle difese aeree israeliane, la macchina della propaganda di Hezbollah si è attivata per dipingere come un successo un'operazione che ha causato vittime solo tra il pollame dello Stato ebraico. Sull'account del terrorista Mohamad Al Shami è stato diffuso un breve video in cui sono stati evidenziati gli obiettivi della raffica di missili e droni.

La notizia è stata diffusa dal Tempi di Israele ed è arrivata rapidamente la replica delle Idf. L'esercito israeliano ha dichiarato che Nessuna delle sue basi è stata danneggiata durante l'attacco, le cui proporzioni sono state ridotte dal raid preventivo effettuato dagli aerei da guerra di Tel Aviv, che hanno distrutto migliaia di sistemi lanciamissili nelle regioni meridionali del Libano. Secondo quanto dichiarato dalle autorità ebraiche, gli Hezbollah avevano originariamente pianificato di lanciare centinaia di vettori e droni verso le regioni centrali di Israele.

Il medesimo account X ha anche diffuso le immagini di una nave israeliana danneggiata e di un marinaio rimasto ucciso durante l'attacco, affermando che un missile dei terroristi libanesi ha colpito direttamente il vascello di pattuglia della marina ebraica. Anche in questo caso, si tratta di una notizia alterata. Il militare, Moshe Ben Shitrit, è effettivamente morto e un'imbarcazione ha subito dei danni, ma a causa di una scheggia di un vettore del sistema di difesa Cupola di ferro che ha intercettato un dispositivo dei terroristi libanesi. Spazio anche per il filmato del pollaio in fiamme, che già ha fatto il giro dei social, e accompagnato da una didascalia in cui Al Shami esorta a “salutare la gloria degli eroi del Libano“.

Non sorprende che il Partito di Dio stia diffondendo ai quattro venti questi risultati roboanti. L'attacco contro Israele si è rivelato un boomerang per Hassan Nasrallah, diventato il bersaglio dell'ironia degli utenti dei social, tra cui anche molti arabi che hanno iniziato a chiamarlo “cacciatore di polli”.

La “vendetta” tanto annunciata per l'uccisione del numero due del movimento Fuad Shukr non ha dunque dimostrato la forza paventata dai terroristi filo-iraniani e si è trasformata in un'umiliazione che ha reso ancora più evidente lo sbilanciamento di forze a favore di Israele.



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