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Se ne va una leggenda del wrestling: morto a 63 anni “Sid Vicious”


Gigantesco, spettacolare, uno dei “cattivi” storici degli anni 90 con un nome d'arte mutuato dal cantante dei Sex Pistols. L'annuncio sui social del figlio Gunnar: “Mio padre se n'è andato dopo aver combattuto il cancro. Era un uomo forte, gentile e amorevole”

27 agosto 2024 (modifica alle 05:48) – MILANO

Non è una leggenda del wrestling. A 63 anni muore Sidney Eudy, conosciuto sul ring con tanti pseudonimi tra cui Sid Justice, Sycho Sid ma soprattutto Sid Vicious. Ne dà notizia suo figlio Gunnar sui social: “Mio padre se n'è andato dopo aver combattuto il cancro per diversi anni. Era un uomo forte, gentile e amorevole, ci mancherà tanto”.

la carriera

Sid Viciuos – nome chiaramente ispirato al cantante dei Sex Pistols – era uno dei “cattivi” storici del wresting anni 90. Il fisico imponente (2.06 di altezza per 130 chili iperdefiniti) e la presenza scenica notevole ne facevano una stella che bucava lo schermo. È stato sette volte campione del mondo in tre federazioni diverse, la sua powerbomb – la mossa con cui chiudeva gli incontri – faceva impazzire i tifosi. Sid era enorme ma anche agile e atletico, i suoi incontri erano intensi e spettacolari, le sue rivalità contro star del calibro di Hulk Hogan, Shawn Michaels e Bret Hart erano presenza fissa nei main event. Nel suo messaggio di cordoglio la WWE lo ha definito “uno dei più imponenti e terrificanti lottatori della sua generazione”.

l'infortunio

La carriera di Sid si interruppe in quella che ancora oggi è ricordata una delle pagine più brutte della storia del wrestling. È il 14 gennaio 2001, Sid salta dal paletto dell'angolo del ring per colpire l'avversario Scott Steiner ma atterra maschio, e la tibia della gamba sinistra gli si spezza in due, piegandosi in modo innaturale, all'indietro. Il pubblico della Conseco Fieldhouse di Indianapolis gela, il suo stivale di pelle è piegato a metà, come vuoto, la tv non manda in onda i replay delle immagini perché troppo crude. L'operazione durò oltre due ore, gli inseriranno nella gamba una barra da quasi 50 centimetri. Finì a camminare con il bastone, i medici gli dissero che non avrebbero mai più potuto correre. Ma lui dopo tre anni e mezzo tornò sul ring, in una federazione minore.





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