“Ho 50 anni, cerco anima gemella, ma solo se può darmi un erede”, il manifesto provocatorio che torna affisso ogni anno a Napoli
“È quel 'bacioni' finale che mi urta – ironizza Lucia su Facbook, altrimenti mi sarei candidata subito”. Sono a metà tra l'ironia e lo sdegno le reazioni sui social network al manifesto che da qualche giorno è affisso a Napoli, in passato è stato visto anche, addirittura, in formato 6 metri per 3, in diversi quartieri. Sì, perché l'autore è un recidivo, che di tanto in tanto investe risorse nella sua “campagna di affissioni”. L'ultima è di pochi mesi fa. Ora è tornato.
Il titolo del manifesto è eloquente. “Cercasi anima gemella”. Titolo che, intendiamoci, non ha nulla di male, se non per quel rigo aggiuntivo, che già fa storcere il naso: “Solo chi possa darmi un figlio, un erede”.
Questo il testo, coi requisiti elencati. “Sono Stefano, un direttore di banca, anni 50. Cerco una ragazza di 32/35 anni, single (non separata, divorziata), signorile, di ottima famiglia come la mia (la cerco di un'antica famiglia di Napoli: di persone perbene, colte, proprietari/benestanti da generazioni). Avvocato, professoressa, medico, ecc., di sani principi, amante della vita tranquilla e degli animali, che come me, seriamente desideri sposarsi ed avere un figlio. Però quelle prosperose, sono meravigliose!
Cerco soprattutto una persona che sia perbene, cara, seria ed onesta, con cuore, e nobiltà d'animo di altri tempi. Bacioni”.
Le interessate, possono “inviare presentazione e fotografia” ad un determinato indirizzo email. Che poi, per chi ha la memoria lunga, è lo stesso indirizzo rilasciato esattamente un anno fa anni sempre da uno Stefano, allora di anni 49. A ben guardare, la trafia trova la sua origine (forse) 5 anni fa, quando l' autore si spacciava per “impieagato di banca, di anni 45”, che cercava “una principessa”. Avrà fatto carriera sul lavoro, ma il suo cuore è rimasto solitario.
“Stefano, un consiglio – appunta Monica in un gruppo online che ha postato l'immagine – cambia metodo: non si cerca così una 'sfornafigli'”. Qualcuna bolla la cosa con un semplice “disgustoso”.
Le più accorte, però arricciano il naso con un sorriso, magari non a torto “Secondo me è uno scherzo, giusto per provocare – scrive Lucia – o una trovata pubblicitaria che si ripete con la solita cadenza annuale”.