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Oggi “The Libertines” dei The Libertines compie 20 anni


Per quante se ne siano dette sui Libertini alla fine ci troviamo qui, a 20 anni dal loro secondo e omonimo album (degno successore di quel debutto esplosivo come “Up The Bracket”) ad omaggiarli ea ricordarli con un bel sacco di nostalgia sulle spalle. E chi se ne frega degli eccessi di droga e dalla vita sregolata del vecchio Pete Doherty visto che di fatto, all'inizio degli anni 2000 assieme all'amico Carlo Barato e soci, si è scritto un pezzo di storia dell'Indie Rock.

I due amici avevano creato il loro campo base proprio a Camden Road, in un appartamento nel Nord di Londra preso in affitto successivamente all'epoca in cui vivevano come squatters nell'est londinese. Li era iniziato tutto effettivamente: la loro amicizia profonda e complicata da una parte (tanto da marchiarsi entrambi con la scritta “Libertine”, la stessa che si vede nelle braccia dei due in copertina del sophomore di cui stiamo parlando) e l'intesa musicale che li ha portati a scrivere assieme numerose delle canzoni che consociamo ormai a memoria dall'altra. L'ex Scontro con Mick Jones aveva di nuovo creduto in loro scegliendo di produrli anche questa volta, nonostante i continui problemi di droga di Dohertynonostante i problemi dello stesso con la band, insomma nonostante tutto.
Sia chiaro, non dimentichiamoci degli altri due musicisti, ovvero del batterista Autore: Gary Powell e al bassista Giovanni Hassalabili nel comparto ritmico, ma che nel tempo sono sempre rimasti nelle retrovie rispetto ai due galli nel pollaio, soprattutto dal punto di vista compositivo (nel disco infatti non compaiono i loro nomi tra gli autori dei brani).

Un disco che risulta come una sorta di audio biografia colmata da litigi, complicità , fratellanza, amore e odio. Basti pensare alla copertina, che raffigura i due in uno scatto particolarmente intimo, avvenuto però a poche ore dal rilascio appunto di galera dello stesso Pietroincriminato per aver rubato della roba dall'appartamento di Carlo tra cui una chitarra e un laptop. Magia.

C'è la spavalda “Can't Stand me Now”, nella quale i due si confrontano in una botta e risposta che dice tutto e il contrario di tutto con una complicità che fa subito capire quale sia la vera particolarità della band. Il gioco dei due è sempre presente, il dialogo tra le chitarre, il cantato alternato, i cori complici e maliziosi, dal vivo cantati sullo stesso microfono. La bizzarra “Don't Be Shy”, nel quale viene da ridere per le stonature scomposte di Doherty che sembra cantare come un ubriaco allegro in un Pub Inglese. E cosa dire della romantica “What Katie Did”? Beh di romantico c'è gran poco nel testo se ci si pensa, e la Katia di cui si parla non è di certo Kate Mossex di Pietro e compagnia di mille avventure. “Arbeit Macht Frei” o “Narcisst” sonicamente importanti e aggressivi, mentre riecheggiano i cori frizzanti e “libertini” su “The Man Who I'd Be King” l'ultima ma non ultima canzone del disco, e secondo singolo proposto “What Became of” the Likely Lads” chiaro riferimento al turbolento rapporto tra Carlo e Pietroeterni amici nemici.

Insomma, che bene hanno fatto i ragazzi? Noi sappiamo come è andata a finire, ma forse il bello è stato proprio questo dato che, come si leggeva in qualche recensione a suo tempo, “E' questo il rock nella Londra del 2004. Prendere o lasciare” .

I libertini ““ “I libertini”
Data di pubblicazione: 30 Agosto 2004
Tracce: 14
Lunghezza: 42:04
Registrato: Primavera 2004 Metropolis Studio, Londra
Etichetta: Commercio approssimativo
Produttore: Mick Jones

Elenco tracce:
1. Non mi sopporti più adesso
2. Ultimo messaggio sulla tromba
3. Non essere timido
4. L'uomo che sarebbe diventato re
5. Musica quando si spengono le luci
6. Narcisista
7. Il muro dell'ha ha
8. Il lavoro procede liberamente
9. Campagna d'odio
10. Cosa ha fatto Katie
11. Terre delle Tombe
12. La saga
13. Strada verso la rovina
14. Che fine hanno fatto i probabili ragazzi?



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