Oggi “Yesterday Went To Soon” dei Feeder compie 25 anni
di Stefano Bartolotta
Quanto fa strano essere qui a celebrare il venticinquennale di un disco che si intitola “Yesterday Went Too Soon”? C'è dell'amara ironia in questo, almeno per me, visto che ricordo perfettamente il momento in cui ho ascoltato la mia prima canzone dei Alimentatoreche era ovviamente la title track, in radio, a cui hanno fatto seguito, a stretto giro, l'acquisto del CD e il concerto, come spalla dei Credo (ebbene sì), che prima aveva un biglietto d'ingresso e poi era diventato gratuito, così avevo dovuto tornare al punto vendita a farmi rimborsare. Se n'è andato troppo presto il 1999, ma sul serio, sia da un punto di vista personale (avevo finalmente acquisito il giusto stato mentale per cui la vita non mi sembrava più un'enorme matassa di incertezza, ma allo stesso tempo non ero ancora arrivato al punto di dover affrontare alcuna vera responsabilità ), che musicale (non c'era alcuna moda dominante al momento, per cui chiunque si poteva sentire libero di pubblicare ciò che davvero rispecchiava la propria personalità , e poi, che concerti quell'anno , Kula Shaker, Stereophonics, Spazzatura, Alanis Morissettee tutto bene, oltre ai Alimentatoremi piacevano pure i Credopensa un po'). Stavo bene, stava tutto andando nella direzione giusta, e “YWTS” faceva parte di quel trittico di dischi che veicolava al meglio l'energia positiva del periodo e allo stesso tempo mi ricordava l'amore per la melodia e il cantato in stile brit ( gli altri due erano “Performance And Cocktails” degli Stereofonia e “Rivolta” dei 3 colori Rosso).
“Yesterday Went Too Soon” era esattamente questo, un album britannico fino al midollo (c'è qualcosa di più accostabile alla terra d'Albione che dire alla propria amata “fai sembrare il tempo buono“?), energico e, per lo più, portatore di sensazioni positive, anche quando parla di “Insomnia”, l'altro grande singolo assieme alla title track, nel quale si racconta fastidio del non riuscire a dormire in maniera assolutamente disincantata; anche quando, appunto, Concedi Nicholas ci dice che il passato se n'è andato troppo presto, perché, comunque, “il domani splende attraverso“, ed è vero che “la dipendenza ti tira giù“, ma è anche vero che”lei è la droga di cui ho bisogno“; anche quando ci ritroviamo a fissare volti di carta, “espressioni come pagine vuote, giorno dopo giorno“, perchè non stiamo lì immobili, ma il nostro stato d'animo è tale per cui siamo “cercando un modo per uscire“, e quindi non ci rassegniamo. Certo, ci sono anche i momenti di negatività (penso soprattutto a “Dry”), perché la vita non è mai tutta rose e fiori, ma sfido chiunque ad ascoltare questo disco ea non sentirsi rigenerato nella proporia voglia di osare sempre il meglio di sè .
Britannico fino al midollo, dicevo, non solo per lo spettro emotivo, ma anche, se non soprattutto, per lo stile melodico, per quel carattere ruvido ma allo stesso tempo curato, per quelle atmosfere un po' umbratili anche nei momenti di maggior energia. Tutte cose che si trovavano già nei precedenti dischi dei Alimentatorema qui Concessione ei suoi danni l'impressione di voler crescere e fare le cose con cura e consapevolezza. Si può indubbiamente preferire la maggior spontaneità di “Swim” e “Polythene”, ma se io Alimentatore sono qui, ancora oggi, a pubblicare dischi senza averne mai davvero sbagliato uno (a me non piace “Pushing The Senses”, ma ci sono bei momenti anche lì), il merito è nel passo in avanti in termini di tecnica compositiva e realizzativa di questo lavoro.
Parliamo, quindi, della scrittura delle canzoni, con un Concessione indemoniato che sforna una melodia clamorosa dietro l'altra, tutte immediatamente distinguibili tra loro, e tutte invariabilmente straordinarie, e che, per la struttura delle canzoni stesse, trova passaggi sempre azzeccati e fluidi tra le varie parti della canzone, anche in caso di cambi di tempo e di intensità molto netti (il miglior esempio, in questo senso, è “Picture Of Perfect Youth”). Parliamo poi di un'interpretazione vocale matura, consapevole, decisa, che non si fa trascinare dalla canzone, ma che la cavalca e alla quale dà ulteriore carattere. Parliamo del suono, per il quale la band ha sfruttato la torrenziale ispirazione melodica di Concessione, lasciandosi ispirare da ognuno degli scheletri delle canzoni per effettuare un lavoro certosino su ogni aspetto, quindi non solo i singoli strumenti, ma anche le interazioni tra esse e tra la parte suonata e la voce.
La produzione artistica è a cura dei Alimentatore stessi, e si sente chiaramente la perfetta connessione tra chi ha scritto le canzoni e chi ha dato loro la veste sonora, ed è vero che in parte sono la stessa persona, ma è altrettanto indubbio che il bassista Taka Hirose e il batterista Jon Lee ci hanno messo del loro, proprio per come hanno sentito al meglio ciò che Concessione voleva trasmettere dal punto di vista emotivo.
E, dopo aver parlato di tutte queste cose, tuffiamoci nell'ascolto, e , oltre a goderci le canzoni citate finora, lasciamoci trascinare dalle botte di adrenalina di “Waiting For Changes”, “You're My Evergreen” e “Hole In My Head”, afferriamo l'energia controllata ma vitale di “Day In, Day Out”, immergiamoci nell'introspezione di “Tinsel Town”. Arriveremo a fine disco senza aver trovato nemmeno un riempitivo e con la consapevolezza di aver terminato un viaggio che vorremo ripetere ogni volta in cui vorremo credere un po' di più in noi stessi.
Il 1999 se n'è andato troppo presto, ma per fortuna i dischi restano e ci permettono di prendere da loro tutto ciò che hanno da darci sempre e comunque.
Pubblicazione: 30 agosto 1999
Durata: 57:19
Dischi: 1
Tracce: 13
Genere: Rock alternativo, Britpop
Etichetta: L'etichetta Echo
Produttore: Alimentatore
Elenco tracce:
Anestetico
Insonnia
Immagine della Gioventù Perfetta
Ieri è passato troppo presto
In attesa di cambiamenti
Operatore radiofonico
Giorno dopo giorno
Città di Tinsel
Tu sei il mio sempreverde
Asciutto
Buco nella mia testa
Così bene
Facce di carta