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Muore in montagna Fabrizio Longo direttore di Audi per un incidente sull’Adamello


Alpinista esperto, grande amante della montagna cade da una ferrata a 3.000 metri. Ha guidato Audi negli ultimi 11 anni, sue le scelte in chiave sostenibilità, dalla tutela del territorio al legame con le dolomiti fatte dal marchio tedesco




Giornalista

1 settembre 2024 (modifica alle 02:41) – MILANO

Fabrizio Longo direttore di Audi Italia dal 2013 ci ha lasciati sabato 31 agosto alle 13.00 circa mentre seguita la sua passione per la montagna, caduto da una ferrata posta a 3.000 metri a Cima Pagatorefra il Corno di Lago Scuro e la Punta Pisgana sembra sia precipitato per circa 200 metri proprio mentre si trovava in prossimità di cima Payer. Fabrizio stava percorrendo da solo la via ferrata quando, nei pressi della vetta, è precipitato nel vuoto per 200 metri.

Alpinista molto esperto e attento Fabrizio Longo amava camminare in montagna, apprezzare paesaggi e scorci montani e vivere a pieno il mondo in alta quota, ma sempre con un approccio leggero, rispettoso della montagna, attento e non competitivo. A chiamare i soccorsi un altro alpinista che ha assistito all'incidente. Eppure (anche se le cause dell'incidente non sono ancora note) a tradirlo è stato qualcosa legato a quella montagna che tanto amava e che negli anni aveva contribuito in modo diretto a tutelare, arricchire e difendere. Parlava della montagna con un grande senso di responsabilità, un ambiente tanto incantevole quanto fragile in cui muoversi con rispetto e consapevolezza. “Tutti oggi parlano di sostenibilità – ci diceva spesso Longo – ma a me piace di più la parola “consapevolezza”. Dietro alla consapevolezza c'è un valore molto più ampio perché presuppone una profonda conoscenza del contesto. E implica da parte delle aziende scelte che si traducono in soluzioni realistiche”.

Sotto la sua guida di undici anni Audi Italia ha infatti legato la sua immagine a doppio nodo con il mondo della montagna e la tutela del territorio in particolare con l'arco delle dolomiti con il supporto diretto alle località montane. Personaggio schietto e diretto, viveva a pieno il proprio lavoro e la responsabilità del ruolo lasciando sempre trapelare una forte componente umana, mixata a passione e dedizione per il proprio lavoro che lo portava ad essere presente in prima linea su tutte le numerose attività del brand tedesco svolte in Italia. Al fratello, al nipote, a tutta la sua famiglia ea tutti i colleghi di Audi Italia vanno le più sentite e profonde condoglianze di tutta la redazione di Gazzetta dello Sport, sentendoci vicini e partecipi del loro dolore.

Legame enorme non solo con il territorio montano, con supporto diretto a numerosi comuni, ma impegnati in prima linea anche nel supporto degli atleti della fisi e di tanti alpinisti tra cui Hervé Barmasse. Da Ghedina a Parigida Sogia Goggia alla Brignonedi Hervé Barmasse Nives Meroi fino a Messnertantissimi i personaggi legati al mondo della montagna supportati da Longo negli anni e tutti divenuti i suoi amici cogliendo una passione sincera per quel mondo da parte del manager italiano. Tanti negli anni gli incontri, le interviste, le sue visite alla nostra redazione e la presenza al nostro Festival dello Sport di Trento. Innumerevoli gli eventi nei quali ci ha ospitato e le attività svolte insieme comprese delle lunghe passeggiate notturne sulla neve al termine di una conferenza stampa o di un evento svolto in montagna all'interno di un rifugio alpino.

Il profilo

62, laureato in Scienze Politiche a Roma, Fabrizio era nato a Rimini spostatosi poi nella Capitale, per puoi approdare a Verona all'interno di Volkswaghen Group Italia. Un percorso professionale brillante tutto all'interno del mondo automotive passando attraverso Bmw Italia, il gruppo Piaggio, il gruppo Fiat e Toyota Italia. Manager comunicativo e lungimirante, capace di far crescere in modo fortissimo Audi Italia tanto da portarla ai vertici del mercato e fare dell'Italia il fiore all'occhiello in tutta Europa del marchio degli anelli.

La macchina dei soccorsi

L'allarme è stato dato da un altro alpinista che si trovava in prossimità del luogo dell'incidente. Scattata rapidamente la macchina dei soccorsi dalla stazione dalla stazione di Pinzolo del Soccorso Alpino che raggiunta hanno la localizzazione in elicottero per dare eventuale supporto. Dopo un breve sorvolo, l'equipaggio dell'elicottero ha individuato l'uomo, inerme, 200 metri sotto la cima. Il Tecnico di elisoccorso e l'equipe sanitaria sono stati sbarcati sul posto in hovering ma il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso.





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