Economia Finanza

Lo sciopero generale blocca Israele. Il governo: “State facendo un favore ad Hamas”




Avevano promesso di “far tremare il Paese”, i familiari degli ostaggi di Hamas in Israele. E nelle ultime ore le minacce al governo di Benjamin Netanyahu Erano stati sempre più numerosi: dal video quasi censurato che insinuava l'ipotesi di stupri sulle donne prigioniere sino agli scioperi volti a bloccare l'economia nel Paese. A gettare benzina sul fuoco, il ritrovamento dei cadaveri di altri sei ostaggiuccisi nelle ultime ore, e il generale clima di fallimento dei negoziati in Qatarove ancora non riesce a trovarsi la quadra tra la liberazione dei rapiti e l'annoso punto del Corridoio Filadelfia.

Un grande sciopero per riavere gli ostaggi

Questa mattina, dopo la grande manifestazione di domenica, decine di manifestanti hanno iniziato a bloccare la via Ibn Gvirol a Tel Avivchiedendo al governo di raggiungere un accordo con Hamas. Ieri decine di migliaia di israeliani sono scesi in piazza al grido di”Adesso! Adesso!” nella manifestazione di massa più numerosa dall'inizio della guerra. Oggi, invece, i manifestanti si sono radunati anche allo svincolo di Shilat, vicino a Modìin, e hanno bloccato una strada nella città settentrionale di Rosh Pina. Le manifestazioni erano state annunciate ieri dalla Federazione del lavoro dell'Storiaper fare pressione sul governo affinché faccia di più per raggiungere un accordo: in questo modo, coinvolgendo il mondo sindacalegli organizzatori sperano di fare pressione bloccando l'economia israeliana, almeno per un giorno.

A Tel Aviv, già da ieri sera, i manifestanti hanno sfondato le linee della polizia sull'autostrada Ayalon. Alcune persone sono salite sugli autobus e sui bidoni della spazzatura per avere un punto di osservazione privilegiato sulla marcia, mentre altri hanno preferito indossare maschere di gomma con il volto di Netanyahu, gridando: “Vivi, vivi, li vogliamo vivi“. La folla ha anche scandito slogan come”poliziotti, poliziotti, chi stati proteggendo?” e “vergogna, vergogna“. Applicati anche alcuni incendi lungo la strada, sventolando nastri gialli, in simbolo di solidarietà con gli ostaggi. A scendere in strada una fascia trasversale della società israeliana, per età e classe sociale. I media locali hanno riferito che, ieri, in strada, vi era anche il leader dell'opposizione Yair Lapid: l'ex primo ministro, che guida il partito Yesh Atid, in precedenza aveva sostenuto le richieste di uno sciopero di massa per costringere il signor Netanyahu a un accordo sul rilascio degli ostaggi.

Le contromisure del governo e la contromanifestazione

Il governo ha immediatamente fatto ricorso ad alcune contromisure: la procura di Stato ha presentato una petizione al Tribunale del lavoro affinché si pronunci contro lo sciopero, chiedendo di valutarlo come “politico”, poiché riguardante tutti i dipendenti dello Stato, ma non per una domanda collettiva di lavoro. Ma non è bastato. A puntare il dito contro l'iniziativa, innanzitutto la controversa figura del ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrichche ha ordinato al Tesoro di non retribuire nessuno dei lavoratori che hanno aderito allo sciopero, oltre ad accusare il presidente dell'Histadrut, Arnon Bar Daviddi lavorare nell'interesse del leader di Hamas, Yahya Sinwar.

A scendere in piazza, oggi, diverse richieste e diverse posizioni. In una sorta di contromanifestazionecirca 100 persone del Gvura e del Forum di Tikva hanno marciato stamattina a sostegno del governo, dalla Corte Suprema di Gerusalemme verso la Knesset, gridando slogan come “non ci fermeremo finché non avremo la vittoria“. In testa al gruppo, Yehoshua Shani, il padre del defunto capitano Uri Shani, ucciso in battaglia a Kissufim il 7 ottobre. I dimostranti si sono fermati di fronte all'ufficio del Primo Ministro per mostrare il loro sostegno all'operazione contro Hamas a Gaza Il Tikva (“Speranza”) Forum, è composto da parenti di ostaggi prigionieri di Hamas Sostiene — attraverso lezioni di volontariato, raduni di preghiera, dimostrazioni e apparizioni sui media — l'obiettivo dichiarato del governo di usare una schiacciante potenza. militare per costringere Hamas a liberare le persone che i suoi terroristi hanno rapito il 7 ottobre.

Il pressing americano, la fine anticipata dello sciopero

Dall'altra parte della barricata, con un megafono sono stati letti davanti alla folla i nomi delle 101 persone che si ritiene siano ancora prigioniere dell'organizzazione palestinese mentre i manifestanti urlavano “Ora!” per ciascuno di essere. I manifestanti hanno poi iniziato a marciare lungo Namir Road per unirsi alla manifestazione principale in Begin Street. Arnon Bar-David ha annunciato che lo sciopero generale terminerà alle 18.00, e non più alle 6.00 di domani mattina, com' Era inizialmente previsto. Il tribunale, invece, del lavoro di Bat Yam ha stabilito che lo sciopero generale deve cessare entro le 14.30, tre ore e mezza prima di quanto previsto dal sindacato, non avendo rilevato motivazioni economiche per l'agitazione, come richiede la. legge.”Rispettiamo” la decisione, ha commentato il leader sindacale, Bar-David.

Dagli Stati Uniti, il presidente Joe Biden fa sapere di aver discusso con Egitto e Qatar una proposta finale del tipo “prendere o lasciare” per cessare il fuoco tra Israele e Hamas, che intende presentare alle parti nelle prossime settimane. Di fronte a un nuovo rifiuto, potrebbe finire qui il tentativo di mediazione americana. “Non si può continuare a negoziare in questo modo.

Questo processo deve essere interrotto a un certo punto“, ha sostenuto un alto esponente di Washington, precisando che insieme a Doha e al Cairo i mediatori stavano già lavorando a questa proposta prima che il recupero dei corpi di sei giovani ostaggi aumentasse la pressione sul governo israeliano. “Questo fa deragliare l'accordo? No. Se non altro, dovrebbe aggiungere ulteriore urgenza in questa fase conclusiva, in cui eravamo già“, ha affermato.



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