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Ragazzi, è in arrivo un Manzoni come non l’avete mai visto


In occasione del Festival del Cinema di Venezia alla presenza di Mauro Piazza, Sottosegretario Regione Lombardia, Mons. Davide Milani, Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo e Fabrizio Zappi, Direttore Documentari RAI – è stato presentato il nuovo progetto RAI dedicato alla vita di Manzoni, in uscita a novembre, e affidato interamente alla produzione di Rampello & Partners. Rapsodia Manzonianaquesto è il suo nome, è un docufilm che vuole raccontare a un pubblico giovane il lascito culturale manzoniano, composto da quei valori che l'autore stesso ha coltivato nel corso della sua vita e che ha poi traslato e rappresentato nelle sue opere. Valori che oggi sono sempre più attuali e che devono essere trasmessi alle nuove generazioni al di là dello studio accademico, molto spesso didascalico e poco coinvolgente.
«Al liceo, io come molti miei coetanei, abbiamo avuto un professore che non è stato in grado di trasmettere col giusto entusiasmo la vita e le opere di Manzoni, così come di altri autori, raccontandole in modo corretto, senza però stimolare l'interesse, mancando così di farci innamorare dell'argomento. Quando mi è stato proposto di produrre un documentario su Manzoni, l'offerta mi ha stimolato proprio per questo motivo. Mi sono subito interrogato su come realizzare il documentario, allontanandomi da un linguaggio e da contenuti troppo spesso riservati ai pochi già interessati all'argomento.» dichiara Daniele Rampello, CEO di Rampello & Partners.
Il presidente dell'Ente dello Spettacolo Italiano, Don Davide Milani, è stato il convinto promotore e anima del progetto. La sceneggiatura di Rapsodia Manzoniana, si appoggia su un tema specifico, quello del “bivio”. Tutte le scelte morali, infatti, spesso richiedono di percorrere strade opposte: verità o finzione, ideale o utile, giusto o sbagliato. Questi dilemmi si ritrovano spesso nei Promessi Sposi e portano a galla l'umana difficoltà nel decifrare, discernere e scegliere. Ed è proprio attraverso i percorsi dei protagonisti di questi docufilm – che mescola situazioni di finzione a uno stile e un'estetica affine al cinema documentaristico – che si andrà a scoprire come abdicando alla propria capacità di comprendere a fondo si resti nella folla, mentre se si continua a interrogare la propria ragione ea liberarsi da pregiudizi per ricercare il vero, ci si trasforma davvero in un popolo in evoluzione. Il corpo del docufilm è composto da un dialogo tra due contesti: un laboratorio teatrale e un itinerario manzoniano. Protagonista una piccola compagnia teatrale che si appresta a realizzare una reinterpretazione de I Promessi Sposi, ma che ha qualche difficoltà a recepire il messaggio che il regista vuole inserire nello spettacolo. Per questo iniziano un viaggio alla scoperta dei luoghi in cui Manzoni ha vissuto, è cresciuto e ha alimentato la sua poetica letteraria e la sua visione della vita, così da acquisire una maggiore consapevolezza della rilevanza socioculturale dei Promessi Sposi, internalizzando maggiormente la psicologia dei singoli personaggi, così da valorizzare al meglio l'idea di “rapsodia”. Tutto con tecniche di racconto e di ripresa, che rendono la fruizione fluida e interessante, anche e soprattutto per un pubblico giovane.

Mons. Davide Milani ha affermato: «Rapsodia manzoniana è un appello che da Lecco, da Fondazione Ente dello Spettacolo – con il determinante intervento di Rampello & Partners, di Rai documentari e di importanti aziende – vogliamo fare a tutti: è necessario avere a cuore Alessandro Manzoni perché questo padre nobile della lingua e della cultura italiana è un giacimento di sapienza da interrogare ancora e soprattutto oggi per comprendere “il sugo” della storiail senso dei fatti che caratterizzano il reale. Un progetto su Alessandro Manzoni che nasce dal territorio lombardo non intende essere la soluzione ad esigenze turistiche o identitarie ma è un appello affinché questo nostro padre nobile possa essere letto, compreso e soprattutto ascoltato. Viviamo in un'epoca in cui siamo travolti dalla parcellizzazione del racconto, dalla narrazione per frammenti ed emozioni: stiamo perdendo di vista la possibilità di cogliere il senso dell'esperienza umana.
Questo è il modo migliore di onorare “il gran lombardo” aldilà delle ricorrenze e degli anniversari comandati. I promessi sposi, gli Inni sacri e tutte le opere di Manzoni parlano di noi oggi: leggiamole e lasciamoci leggere da loro.»





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