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Tra Cannes e Saint Tropez, ecco dove l’estate continua



L'autenticità di St. Tropez

Se il mare fatto di mega alberghi, grandi palazzi con boutique a tutto spiano, e spiagge iper-costruite, è un po' troppo “urbano”, e si è alla ricerca di qualcosa di più autentico e “selvaggio”, allora meglio spostare un un po' a sud: Saint-Tropez è la meta ideale. Nonostante la fama mondiale di località esclusiva, resa celebre da un tormentone di Peppino Di Capri negli Anni '60, il piccolo villaggio di (ormai ex) pescatori conserva ancora il centro storico fatto di viette pedonali, che ricordano i caruggi liguri, dominato dalla rocca, e con un porticciolo pittoresco, senza più pescherecci, però, ma solo affollato di yacht di lusso. Il centro storico ruota attorno alla piazza de mercato (Piazza dei Licei), da sempre sterrata perché continua ad accogliere il mercato settimanale: all'angolo, lo storico Caffè delle Arti è il punto di ritrovo, per colazioni e aperitivi, di molti turisti. Da lì, si accede alle vie dei locali e dei negozietti, fino al porto. Tutto intorno, e fuori dal centro, è un pullulare di ville e di case provenzali, tutte basse, coi tetti di coppi e colori tenui: non ci sono palazzi di cemento o grandi edifici. L'urbanistica rispettosa dell'ambente rende attraente alloggiare fuori dal centro, un vantaggio del silenzio e della tranquillità: Il Pré de la Mera 10 minuti di bici e 5 in auto dal centro, è un boutique hotel in stile provenzale lungo la strada che porta verso le saline. Con appena 13 camere, tutti i mini-appartamenti con una graziosa veranda e bagno con vista sulla camera (decorato con degli scuri come se fosse una finestra). La zona comune, dove viene servita la colazione (interamente “A la Carte” e servita direttamente dai proprietari), è tutta all'aperto sotto una grande tettoia, si affaccia sulla piscina. Offre un servizio gratuito di biciclette e posti auto privati.

Gli americani a Pampelonne

La parola «spiaggia» a Saint Tropez è inevitabilmente associata alla Spiaggia di PampelonneNato a Miami nel 1988il Spiaggia di Nikki è il più famoso stabilimento balneare al mondo, di proprietà della famiglia americana Penrod che scelse il nome Nikki dalla figlia del fondatore Jack, morta giovane in un incidente d'auto. Unisce il modello delle feste in piscina – tipiche appunto di Miami, e lanciate come moda dagli hotel Delano e Fontainebleau – al “french touch”: il personale è tutto francese e istruito secondo i dettami dell'ospitalità transalpina. Ovviamente, col tempo, la formula del ristorante-discoteca in spiaggia è stata copiata da tutti, anche a Pampellone, ma il Nikki Beach rimane sempre il primo e il migliore: è la tradizione che non delude mai.

“Il diavolo si nasconde nei dettagli”, dice un famoso proverbio anglosassone e il Nikki Beach, diventato ormai un franchising globale che ha aperto anche a sud di Cala di Volpe In Costa Smeraldaalla recente inaugurazione di Bakusul Mar Nerosponda dell'Azerbaigianè davvero “diabolico” nella cura dei dettagli: dagli arredi tutti in legno, che si uniscono agli alberi a creare una sorta di ristorante-foresta, attorno alla piscina con la postazione del DJ, alle cannucce griffate, alla crema solare (protezione 50 , come suggeriscono i dermatologi) della marca SuperGoop (unica al mondo a essere trasparente) disponibile per tutti, fino ai piccoli frigoriferi SMEGanch'essi marchiati Nikki Beach, ai tavoli, per tenere al fresco lo champagne. Il cibo è superlativo: pesce crudo freschissimo, servito con ricette creative come le tortilla messicane farcite all'orata con guacamole; o la tagliata di tonno con pesto di cumino e kumqat, l'agrume asiatico. La parte di spiaggia vera e propria è anch'essa declinata al lusso: poltrone, divani e ombrelloni sono tutti firmati dalla stilista inglese Tory Burch.

Per cena: Armenia o Briatore?

Dopo la giornata in spiaggia, il nuovo appuntamento serale di St Tropez è il La spiaggia: inaugurato quest'anno, il ristorante si trova poco fuori dal centro, ospitato in un casolare, che è anche un albergo con bellissime villette indipendenti dentro al giardino. Nonostante il nome inglesizzante, il locale è di proprietà di un paperone armeno, che ha chiamato l'hotel AREV (“Sole” in aramaico): è ispirato a uno stile marinaro tutto in legno e sulle tonalità del rosso, che ricorda uno yacht club o la coperta di una nave di lusso. Il cibo, servito in un'incantevole terrazza, è di assoluto livello, creazione dell'italiano Rocco Seminara e della Francia Manon Santini: si parte con uno amuse-boucheassaggino della casa, di ravioli ricotta e spinaci fritti: sono tipici di Montecarlo, informa il cameriere, ma si chiamano Plin, come quelli piemontesi. Il crudo di crostacei è freschissimo, mentre la sogliola, “pescata nei nostri mari”, si legge sul menu, semplicemente cucinata alla griglia, è davvero sublime: il vino Chablis, servito al calice, è all'altezza del cibo. Così com'era iniziata con un fuori programma del cuoco, il cocktail digestivo a sorpresa, altrettanto omaggio, ma stavolta del barista, è una degna chiusura: è un Cavalletta fatto con crema di menta bianca Maria Brizard e polvere di cacao. Per una serata meno impegnativa, dal punto di vista culinario, ma più scatenata, si va sempre sul sicuro con il Pizza pazza di Flavio Briatore: la catene di pizzerie glamour, tra spettacoli di bocce di pasta e musica da discoteca, bene si accoppia con una località come Saint Tropez.

La Costa Azzurra è ben collegata all'Italia: ci sono 3 vol giornalieri da Roma per Nizzacontro ITA Airlines. Da MilanoNizza sono circa 5 ore con l'auto, mentre in treno, Trenitalia ha numerosi Intercity che arrivano a Ventimigliaalla frontiera, dove poi è obbligatorio salire su un treno francese Stazione Ferroviaria che arriva fino a Cannes (St. Tropez non ha stazione ferroviaria ma è collegata con autobus).



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