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Caso Sangiuliano, Boccia parla ancora e attacca Meloni: “I ricatti li fanno quelli nei palazzi del potere. Chi ha fatto gossip: io, il ministro o ‘l’altra’?”


“Non sono una ricattatrice”. Anzi. “Sono coloro che lavorano i palazzi del potere ad esercitare il ricatto. In questo contesto, il potere ha spinto il ministro alle dimissioni per poi respingerle, all'interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale”. Maria Rosaria Boccia parla ancora, sempre via social ovviamente. È il giorno dopo l'intervista al Tg1 del ministro della Cultura, Gennaro Sangiulianofinita in lacrime davanti alle telecamere. E dopo una breve pausa dai social, durata qualche ora in più rispetto ai giorni scorsi, ora scrive un nuovo post. E attacca la premier Giorgia Meloni.

“Durante questa vicenda, ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. Ho scelto di parlare solo quando il vaso delle menzogne ​​era ormai colmo, limitandomi a contestare le falsità per difendere la verità – spiega la 41enne di Pompei – Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che lavorano i palazzi del potere ad esercitarlo E ancora “In questo contesto, il potere ha spinto il ministro alle dimissioni per poi respingerle, all'. interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale”, continua Boccia nel post accompagnato da una sua foto sorridente sulla soglia di uno degli ingressi di Montecitorio riservata agli ospiti esterni, come nel caso di conferenze stampa .

Poi l'attacco. “Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me. Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna. Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall'arroganza e dal capriccio di un potere tirannico –scrive ancora Boccia – La stampa mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, 'una che si vuole accreditare', millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, e 'un amore culturale'. Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o 'l'altra persona', sfruttando un momento strategico per il Paese?”, chiede Boccia.

Ieri in tv il ministro si è difeso. Ha ricostruito la vicenda, iniziata qualche mese fa e finita, a suo dire, i primi di agosto. Ma non del tutto a quanto pare. Sangiuliano ha provato a chiarire tutti i punti fondamentali della vicenda. I dubbi restano però. Davanti alle telecamere del Tg1 ha sventolato i bonifici per i viaggi dell'assistente-amante assicurando che “neanche un euro dello Stato è stato speso” e di aver pagato tutto con la sua carta di credito. Poi gli spostamenti con le auto di servizio, i documenti riservati inviati per mail sul G7 a Napoli. E le lacrime finali di scuse alla moglie.

Intanto, il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha depositato al posto di Polizia della Camera dei deputati un esposto alla Procura della Repubblica sul caso. In allegato al documento articoli di stampa, mail e screenshot dei social di Maria Rosaria Boccia. Le ipotesi, ha spiegato, sono “distrazione per peculato e rivelazione di segreto d'ufficio”. “Nella ricostruzione del ministro c'è qualcosa che non torna. Ieri ho ascoltato la imbarazza suante intervista: non deve chiedere scusa alla moglie ea Meloni ma agli italiani perché accreditare una persona che non aveva nessun ruolo utilizzando servizi dello Stato, andando ospite di organizzazioni e amministrazioni locali, facendo in modo che la dottoressa Boccia venisse a conoscenza di atti riservati della Pubblica amministrazione sono fatti di una gravità inaudita. La premier Giorgia Meloni ancora una volta difende l'indifendibile, non mi resta che rivolgermi all'attività giudiziaria”.



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