Com'è poco democratico rifiutare la sconfitta
Muro di fuoco, cordone sanitario, immaginario roboante di barriere invalicabili, che ricordano un più blando arco costituzionale italiano nel dopoguerra. Linee rosse politiche, che stanno provocando effetti boomerang e attirando sempre più voti per la destra anche estrema. Parole d'ordine che nascondono un vecchio tic dei progressisti: se vinciamo noi è democrazia, ma se vincono gli altri è in pericolo la libertà.
In Francia hanno addirittura risumato il Fronte popolare e lanciato la chiamata alle armi contro gli Unni che avanzano del Rassemblement National. Il tribuno rosso, Jean-Luc Melenchon, pensava di avere la vittoria in tasca indicando un suo premier, ma alla fine è rimasto con un pugno di mosche in mano. Il presidente Emmanuel Macron, stregone politico ed elettorale, ha dato l'incarico a Michel Barnier, gollista doc. Tutta la propaganda del cordone sanitario attorno a Bardella e Le Pen si sta sciogliendo come neve al sole. Se il governo vedrà la luce sarà proprio grazie ai voti o all'astensione degli Unni calati nell'Assemblea nazionale, che non otterranno poco in cambio.
I socialisti gridano al tradimento della democrazia e Melenchon invoca la mobilitazione di piazza per «le elezioni rubate». Due mesi di inutili trattative hanno fatto scoprire l'acqua calda: non si possono lasciare in congelatore circa 9 milioni di voti del Rassemblement National.
In Germania l'avanzata dell'estrema destra di Alternative für Deutschland sembra ancora più travolgente con oltre il 30% dei voti in Turingia. L'Adf fa più paura, per buoni motivi, di Le Pen, a tal punto che è stato coniato il termine forte «muro di fuoco» per tenerla fuori dalla stanza dei bottoni. Sorprendente che i democratici cristiani di Friedrich Merz per governare nei Land dove l'estrema destra è fortissima stiano inviando esploratori a trattare con l'altra faccia della medaglia del malcontento tedesco, l'Alleanza di Sahra Wagenknecht, ex tribuna marxista. L'obiettivo è «un governo ragionevole», che fa sorridere solo a pensare al forzato matrimonio politico.
Gli ultimi sondaggi indicano che se i tedeschi andassero a votare domenica per i parlamentari la Cdu sarebbe il primo partito con il 31,5% dei voti e la vituperata Afd il secondo con quasi il 20%. Tutti gli altri dietro a cominciare dai socialdemocratici (15%) del decotto cancelliere Olaf Scholz, che ha sposato l'idea del «muro di fuoco». Dopo la vittoria in Turingia e Sassonia, il leader, Bjorn Hock, tacciato di neo nazismo, non propone di marciare su Berlino al passo dell'oca. Sull'accoglienza ha dichiarato: «I migranti non sono il problema. Il problema è che la Germania negli ultimi anni ha lasciato entrare 10 milioni di persone. Molte sono illegali». Parole condivisibili in quasi tutti i paesi europei. E soprattutto il «muro di fuoco» dovrebbe tenere lontano le nuove SS votate dal «42% degli operai e dal 42% dei lavoratori autonomi» come ha evidenziato l'eurodeputato Stefano Bonaccini. Se crediamo nella libertà e viviamo in un sistema democratico, prima o dopo tutte le barriere politicamente corrette sono destinate a cadere, a patto che si guardi avanti, nel rispetto delle regole costituzionali e non al passato fascista o nazista. Dopo decenni di arco costituzionale, che a parole tenute fuori l'Msi, si è arrivato ad una destra moderna con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi grazie al voto degli italiani.
Nella riunione dell'esecutivo di Fratelli d'Italia di mercoledì il premier ha spiegato che FdI ha un «ruolo di cerniera tra i popolari ei gruppi alla nostra destra, per riportare verso maggiore pragmatismo le politiche europee su tanti temi centrali per il nostro futuro» . Strategia più efficace e democratica di cordoni sanitari e muri di fuoco.