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Danni per la grandine, con trucchi e clausole le assicurazioni respingono i rimborsi


Auto distrutte dalle grandinatosempre più frequenti, per migliaia di euro. E premi che, di conseguenza, salgono vertiginosamente. Ma anche chi pensa di essere al sicuro, avendo “coperto” l'auto dagli “agenti atmosferici” pagando per tempo la franchigia, si ritrova sempre più spesso con amare sorprese: danni indennizzati solo in parte, a volte per niente, e lavori eseguiti sotto costo e non a regola d'arte.

L'allarme arriva dall'associazione Movimento Consumatori presieduta in Piemonte dall'avvocato Marco Gagliardiche sta ricevendo un'impennata di richieste di aiuto da parte di automobilisti che, dopo le forti grandinate di agosto che hanno imperversato in Piemonte, si ritrovano a litigare con le compagnie che non vogliono procedere ai rimborsi. Colpa di clausole, spesso nascoste, e di condizioni che non pensavano minimamente di aver firmato al momento della consegna del contratto. Di qui l'invito a prestare particolare attenzione alle proprie polizze prima di recarsi dai carrozzieri, per evitare spiacevoli sorprese.

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Contro trucchetti e insidiosi escamotage, l'associazione sta già facendo partire segnalazioni e reclami, all'Antitrust e all'Ivass (l'istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) per condotte commerciali scorrette e ingannevoli. Ma spesso per risolvere i contenziosi diventa necessario rivolgersi a una tutela legale (il che significa ritrovarsi a discuterne davanti a un giudice di pace, con tempi di attesa biblici e rischi di spese ulteriori). «I danneggiati hanno il diritto a ottenere riparazioni a regola d'arte, ma sempre più spesso ci troviamo richieste di tutela da parte dei consumatori che si ritrovano lavori mal fatti e aziende che non vogliono pagare. la tendenza sembra essere precostituirsi ragioni per non pagare, limitando o ostacolando i rimborsi — mette in guardia l'avvocato Sonia Monteleone, referenze per il settore assicurazioni del Movimento Consumatori — Una delle ultime insidie ​​riguarda alcune polizze online che coprono il danno solo se il cliente dimostra di essere stato assicurato contro la grandine anche l'anno precedente. Si tratta di una clausola che non compare nel frontespizio, ma è subdolamente inserita nelle condizioni generali, a totale insaputa dell'assicurato, convinto invece di essere in ogni caso coperto». Il movimento Consumatori sta ad esempio tutelando un automobilista con un danno da 6880 euro: la compagnia non vuole indennizzarlo se non fornisce loro la polizza dell'anno prima.

Non solo, per ottenere il rimborso del danno occorrente andare nelle officine convenzionate, altrimenti si paga in ogni caso una franchigia. «Oltre ai tempi di attesa lunghissimi, c'è quello del lavoro che rischia di non essere ben fatto: le tariffe orarie dei convenzionati sono al ribasso, devono avere l'ok dalla compagnia per sostituire un pezzo danneggiato, e spesso l'uso del “tirabolli” non è sufficiente o adeguata perché la grandine può creare microfratture nella vernice».

Un altro problema frequente e soprattutto recente, riguarda poi la copertura del danno che non è più «equivalente» al valore dell'auto come per il passato. «Dopo queste grandinate parecchie compagnie hanno iniziato a diminuire anche a 1500 euro il danno massimo liquidabile nonostante il valore dell'auto sia molto maggiore» spiega ancora Monteleone. C'è poi la clausola del “degrado” di cui il consumatore deve tenere conto. Quando cioè una parte dell'auto deve essere sostituita, l'assicurazione non rimborsa per intero il costo del ricambio, ma tiene conto dell'usura, del tempo cioè trascorso e delle condizioni al momento della richiesta di sostituzione.



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