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Il Papa ai fedeli di Vanimo: «Siete un Paradiso, basta droghe e magie»



È stato un volo militare dell'aeronautica australiana a portare il Papa tra i fedeli di Vanimo, una cittadina commerciale di undicimila abitanti di Papua Nuova Guinea. Ad attenderlo ventimila persone alle quali Francesco, dopo aver ricordato la storia dei missionari che qui non hanno mai smesso di predicare la Parola di Dio, raccomanda di continuare a essere strumenti di pace e di amore. «Le chiese, le scuole, gli ospedali ei centri missionari testimoniano attorno a noi che Cristo è venuto a portare salvezza a tutti, perché ciascuno fiorisca in tutta la sua bellezza per il bene comune», dice Bergoglio. E, guardandosi attorno, fa riferimento alle meraviglie del Paese. «Voi qui siete “esperti” di bellezza, perché ne siete circondati! Vivete in una terra magnifica, ricca di una grande varietà di piante e di uccelli, in cui si resta a bocca aperta davanti a colori, suoni e profumi, e allo spettacolo grandioso di una natura che esplode di vita, evocando l'immagine dell' Eden!”. Non è una ricchezza da tenere per sé. «Il Signore ve l'affida come un segno e uno strumento, perché viviate anche voi così, uniti in armonia con Lui e con i fratelli, rispettando la casa comune e custodendovi a vicenda». Non solo, questa bellezza deve far riflettere su «uno spettacolo ancora più bello: quello di ciò che cresce in noi quando ci amiamo una vicenda». Il Papa richiama l'armonia e la missione che ciascuno ha di diffonderla attorno a sé. Alcuni missionari devono fare lunghi percorsi per «raggiungere anche le comunità più lontane, a volte lasciando la propria casa. Fanno una cosa bellissima, ed è importante che non siano lasciati soli, ma che tutta la comunità li sostiene, perché possono svolgere serenamente il loro mandato, specialmente quando devono conciliare le esigenze della missione con le responsabilità della famiglia». Un altro modo per aiutarli e quello di essere tutti missionari e di promuovere la Parola di Dio là dove si vive: «a casa, a scuola, negli ambienti di lavoro, perché ovunque, nelle foreste, nei villaggi e nelle città, alla bellezza dei panorami corrisponda quella di una comunità in cui ci si vuole bene, come Gesù ci ha insegnato quando ci ha detto: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”».

In questo modo la comunità sarà come una grande orchestra «capace, con le sue note, di ricomporre le rivalità, di vincere le divisioni – personali, familiari e tribali –; di scacciare dal cuore delle persone la paura, la superstizione e la magia; di porre fine a comportamenti distruttivi come la violenza, l'infedeltà, lo sfruttamento, l'uso di alcool e droghe: mali che imprigionano e rendono infelici tanti fratelli e sorelle, anche qui». L'amore, però, «è più forte di tutto questo e la sua bellezza può guarire il mondo, perché ha le sue radici in Dio. Diffondiamolo, perciò, e difendiamolo, anche quando il farlo può costarci incomprensioni e opposizioni.

Torna sull'immagine dell'Eden sottolineando che «molti turisti, dopo aver visitato il vostro Paese, tornano a casa dicendo di aver visto “il paradiso”. Si sono pubblicate, in genere, tutte le attrazioni paesaggistiche e ambientali di cui hanno goduto. Noi però sappiamo che, come abbiamo detto, il tesoro più grande qui non è quello. Ce n'è un altro, più bello e affascinante, che si trova nei vostri cuori e che si manifesta nella carità con cui vi amate. È questo il dono più prezioso che potete condividere e far conoscere a tutti, rendendo la Papua Nuova Guinea famosa non solo per la sua varietà di flora e di fauna, per le sue spiagge incantevoli e per il suo mare limpido, ma anche e soprattutto per le persone buone che vi si incontrano; e lo dico specialmente a voi, bambini, con i vostri sorrisi contagiosi e con la vostra gioia prorompente, che sprizza in ogni direzione. Siete l'immagine più bella che chi parte da qui può portare con sé e conservare nel cuore!».

Al termine dell'incontro il Papa ha incontrato in forma privata i missionari argentini che qui hanno lavorato e che gli hanno parlato di questa cittadina affacciata sull'Oceano, ma distante da tutto. A loro il Pontefice ha consegnato otto valigie, ciascuna di 30 chili) con medicinali, cibo, giocattoli, beni di prima necessità, e contenitori per conservare gli alimenti.

Prima di giungere a Vanimo, nell'Angelus pronunciato a Port Moresby, capitale del Paese, aveva invocato, «da questa terra benedetta dal Creatore», e «per intercessione di Maria Santissima, il dono della pace per tutti i popoli. In particolare, lo chiedo per questa grande
regione del mondo tra Asia, Oceania e Oceano Pacifico. Pace, pace per le Nazioni e anche per il creato. No al riarmo e allo sfruttamento della casa comune! Sì all'incontro tra i popoli e le culture, sì all'armonia dell'uomo con le creature!».





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