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Italia, il tesoro del nuoto: 5 ori e mezzo milione


Gli azzurri chiudono con 16 vittorie. I successi del veneto valgono 500mila euro in premi dal Comitato paralimpico

Claudio Arrigoni

8 settembre 2024 (modifica alle 13:00) – PARIGI

Eccoli, i numeri: 16 medaglie d'oro, 6 d'argento, 15 di bronzo per un totale di 37 (dietro a una inarrivabile Cina ea Gran Bretagna). Sono quelli dell'Italia del nuoto alla Paralimpiade parigina, compresi gli ultimi successi di Stefano Raimondi nei 200 misti S10 (è il più medagliato con 5 ori, 1 argento, più 1 oro e 3 bronzi della compagnia Giulia Terzi, siamo ben oltre il mezzo milione di euro in premi per i neogenitori del piccolo Edoardo), Alberto Amodeo (oro 100 farfalla S8) e la stessa Giulia Terzi (bronzo nei 50 farfalla S7), oltre alla meravigliosa staffetta (oro con record del mondo, 4×100 mista: Raimondi, Terzi, Palazzo, Barlaam). Bastano per spiegare il fenomeno del nuoto azzurro fra dominatori della piscina non solo paralimpica? No, perché questi sono il risultato di qualcosa di più grande.

passione

È un'Italia che in quindici anni è diventata il punto di riferimento per il nuoto paralimpico mondiale. Non solo per le medaglie vinte ei record di azzurri e azzurre. Ci sono due parole che ben inquadrano come si è arrivata a questo. Le indicava ben prima di questa Paralimpiade pazzesca Riccardo Vernoledirettore tecnico del nuoto italiano dal 2009, artefice del Dream Team azzurro: “Siamo l'espressione di un movimento importante e numeroso, cresciuto con il tempo. Ci sono volute professionalità e passione”. C'è una data fondamentale dove tutto ha avuto inizio: il 25 settembre del 2010 viene creata la Federazione Italiana Nuoto Paralimpico. A fotografare progetti e ambizioni è Roberto Valori, presidente fin da allora: “Siamo nati da un sogno”. Valori è stato un atleta di livello internazionale. Nuotava in vasca insieme a Luca Pancalli, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico (ma quando fu eletto per la prima volta si chiamava Federazione Italiana Sport Disabili, grazie a lui è diventato Cip). Magari i progetti di cambiamento sono nati proprio ai bordi di una piscina fra le loro chiacchiere. Quando Vernole fu coinvolto da Valori gli disse: “Diventeremo una potenza mondiale”. Promessa mantenuta. I primi europei del nuovo corso, in Islanda, videro sbocciare un fiore che diventerà stella, Federico Morlacchi, probabilmente alla sua ultima Paralimpiade a Parigi. Il nome dal quale partire. Insieme ad Arianna Talamona, anche lei a chiudere il cerchio qui.

società

Perché tanto a Varese spuntano i prodromi di quello che diventerà il gruppo più vincente del nuoto non solo azzurro. Max Tosin, tecnico del nuoto che il mondo ci invidia, va da Daniela Colonna Preti, presidente della PolHa, fra le società più belle e importanti dello sport paralimpico in Italia: “Perché non li seguiamo qui, insieme?”. Ecco quella parola, una delle chiavi per saper condividere la vita. Daniela è una che si lascia sedurre dalle idee e le sa trasformare in obiettivo: “Perché no?”. Con l'incoscienza di chi crede nel sogno, e così sa cambiare il mondo, comincia un'avventura sportiva bellissima. Tutto è iniziato dalle esigenze di tre campioni, ma nel tempo il gruppo cresce. Si aggiunge Giulia Ghiretti e poi altri atleti di altissimo livello, cominciano ad arrivare anche piccole e giovani promesse.

squadra

Cresce il numero di atleti e atleti, mentre arrivano anche i successi internazionali. Non è fondamentale il numero, come spiega Vernole: “Solo la punta dell'iceberg a mostrare che il lavoro paga. Una crescita graduale puntando su miglioramento degli standard organizzativi; formazione; passione degli atleti. Fondamentale la collaborazione con le società, la nostra linfa “. Dal Mondiale 2019 a Londra, è l'Italia a guidare nel medagliere per tre edizioni consecutive, sino a quello precedente Parigi, che conferma quanto siamo ai vertici internazionali. Sono 26 i convocati alla Paralimpiade, bisognerebbe citarli tutti, anche chi non è arrivato a medaglia, perché è il gruppo che conta, come spiega Vernole: “Questo è il bello. Il nuoto è sport individuale, noi abbiamo costruito una squadra”.





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