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L’eredità di don Vittorione, una vita al servizio dei più poveri ed emarginati dell’Uganda


«Se potremmo parlare le spazzature delle nostre case quante parolecce ci direbbero. Noi ogni giorno buttiamo tonnellate e tonnellate non solo di pane, ma anche di carne, di frutta e di dolci, mentre gran parte dei popoli del Terzo Mondo non ha un tozzo di pane per sopravvivere. Questi sono peccati moderni, sapete. Io mi rivolgo a chi crede, a chi va in chiesa, a chi si accosta ai Sacramenti: non sciupate! Non fate spese pazze… Dobbiamo cambiare mentalità, sistema di vita. Guardate, io sono vecchio ma una cosa vedo ei giovani quando lo sperimenteranno mi daranno ragione: questi popoli poveri un giorno reagiranno, verranno contro di noi, in Europa ed in Italia. Sarà inevitabile, perché la fama è una cosa terribile e noi purtroppo siamo nell'opulenza più indifferente e riteniamo molte volte che con un'offerta di mille lire abbiamo fatto il nostro dovere, tanto i popoli del Terzo Mondo sono lontani». Queste parole dirompenti, profetiche risuonano con forza ancora oggi. Vennero pronuncia, tanti anni fa, da don Vittorio Pastori, noto a tutti come don Vittorione, per la sua enorme stazza, fondatore dell'associazione Africa Mission, con sede a Piacenza, che lo scorso 2 settembre ha celebrato trent'anni dalla sua morte.

Ristoratore di Varese, nato nel 1926, Pastori incontra don Enrico Manfredini, designato vescovo di Piacenza nel 1969. In questo periodo su invito di Manfredini nel 1972 visita l'Uganda. Quel viaggio segnerà una nuova svolta nella sua vita. L'incontro con la povertà assoluta lo sconvolge e la sua reazione è quella di un uomo concreto, quale lui era, che vede la sofferenza, si commuove e agisce per cercare di alleviarla.

Al rientro da quel primo viaggio in Uganda, csu alcuni amici, fonda a Piacenza Africa Mission e inizia la sua vita di pendolare della carità tra l'Italia e l'Africa. In quegli anni organizza viaggi missionari, porta persone a incontrare le realtà locali ea conoscere l'impegno dei missionari e poi, al rientro, raccoglie aiuti da inviare loro. Alla fine degli anni Settanta la Karamoja è colpita da una terribile carestia e muoiono oltre 20.000 persone.

Nel 1982 Pastori costituisce la Ong Cooperazione e Sviluppo per dare avvio ad una nuova fase del suo impegno: realizzare progetti di sviluppo. Parte così il primo progetto di perforazione di 100 pozzi in Karamoja. Il 16 dicembre 1983 muore improvvisamente a Bologna monsignor Manfredini. Pastori continua la sua opera coronando un desiderio profondo e lungamente atteso: il 15 settembre 1984, nel palazzetto dello sport di Varese, alla presenza di oltre 5000 amici provenienti da tutta Italia, viene ordinato sacerdote da monsignor Cipriano Kihangire, vescovo ddella diocesi ugandese di Gulu.

Così, da sacerdote, don Vittorione continua a portare avanti la sua missione a servizio degli affamati e degli emarginati senza separare gli aspetti spirituali da quelli materiali. Secondo la necessità, don Vittorione trascorre lunghi periodi in Uganda, per poi riportare la sua testimonianza alle comunità cristiane in tutta Italia. Nei suoi tanti viaggi in Africa cerca i poveri fin nei luoghi più sperduti per arrivare davvero ai dimenticati da tutti, cercando di individuare le cause del disagio in cui vivono, per avviare azioni che portino crescita, sviluppo e dignità; materiale e spirituale.

Il 1994 segna il 147° e ultimo viaggio di don Vittorione in Uganda. Il 2 settembre di quell'anno, muore presso la clinica S. Giacomo di Ponte Dell'Olio (Piacenza) lasciando una grande testimonianza di vita e un Movimento vivo e operante. Africa Mission Cooperazione e Sviluppo è una grande pianta, le cui radici sono i valori vissuti da don Vittorione e monsignor Manfredini e ogni anno continua a produrre frutti nuovi grazie all'impegno di tante persone, volontari, sostenitori e collaboratori che in Italia e in Uganda hanno fatto proprio il loro cammino. Oggi gli interventi sono realizzati attraverso una presenza stabile e continuativa sul territorio ugandese, con quattro sedi (Kampala capitale dell'Uganda; Moroto – regione del Karamoja; Alito – regione Lango; Adjumani – distretto al confine con il Sud Sudan;) al fine di camminare insieme alla comunità locale per far fronte alle situazioni di bisogno.

Dal 1972 ad oggi sono stati realizzati numerosi progetti che hanno avuto come scopo quello di dare un aiuto concreto alla vita di tanti bambini, donne e uomini delle regioni più povere dell'Uganda. Dal 1983 in avanti gli interventi di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo si sono concentrati in Uganda e oggi sono mirati alla perforazione e riattivazione di pozzi per acqua potabile, al sostegno alla scolarizzazione, alla valorizzazione della donna e alla tutela dei bambini, alla formazione professionale dei giovani, agli interventi nei campi sfollati per migliorare la situazione dei rifugiati accolti in Uganda.

Nel 2014 è stato tagliato il traguardo del millesimo pozzo (donato a Papa Francesco). Dal 1982 sono stati perforati 1.348 nuovi pozzi perforati in Uganda, prevalentemente in Karamoja, e in Sud Sudan e sono stati realizzati 2.386 interventi di riparazione e riattivazione di pozzi esistenti.





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