Ricette

Bibite analcoliche, il grande caldo non ha spinto i consumi


Tra i record dell'estate 2024 non c'è quello dei consumi di bibite: nonostante le temperature torride e il boom di turisti stranieri i volumi sono inferiori a quelle del 2023. A luglio la Gdo ha venduto il 4% in meno di bibite gassate e il 2,5% in meno di il freddo rispetto allo stesso mese del 2023. Un trend che va avanti da un pezzo e che consolida il nostro ruolo di ultimi nella Ue per consumo pro capite di bevande analcoliche (54 litri annui).

«Complessivamente, nel giro di 12 mesi, le vendite di bibite analcoliche sono diminuite del -1,9%, fermandosi a 1,9 miliardi di litri, mentre il giro d'affari è cresciuto del 5,0% raggiungendo i 2,4 miliardi di euro – spiega Elena Pezzotti di Niq – . Quindi, l'incremento dei prezzi ha sì sostenuto la crescita a valore ma ha inciso negativamente sui volumi». A stanno soffrendo soprattutto le bevande gassate, che sviluppano il 74% circa del mercato: in un anno hanno perso il 2,5% dei volumi. Però, grazie a un coerente aumento del prezzo medio al litro (+8,1%), sono riuscite a incassare il 5,3% in più rispetto a un anno fa, superando gli 1,7 miliardi di euro.

Se nei carrelli della spesa ci sono meno bibite che in passato, anche nel fuoricasa le cose non vanno meglio. «Gli ordini di bar, ristoranti e hotel non sono aumentati rispetto all'estate 2023 – afferma Silvia Pepe, responsabile commerciale di Pepe Bevande, storico distributore romano che serve tutto il centro storico della Capitale – Con qualche eccezione, come le acque toniche (molto richieste anche per la mixology, ndr)».

Che lo scenario non sia soddisfacente lo riconosce anche l'associazione di categoriaAssobibe. «I dati sembrano dimostrare che, nonostante il grande caldo, c'è ancora sofferenza per parte del portafoglio dei consumatori – afferma il direttore generale David Dabiankov Lorini –. Sappiamo però che una fotografia più nitida l'avremo al termine della stagione estiva: siamo infatti consapevoli che il comparto è nel pieno del picco stagionale e speriamo dunque che il quadro possa migliorare».

Incombe sul settore inoltre la cosiddetta sugar tax« .Anteprima in vigore da luglio 2025 è una nuova impostazione che aumenterà i prezzi ai consumatori, danneggia la Filiera italiananon producono effetti per la salute. In Italia peraltro mancano i presupposti visto che le vendite di bevande zuccherate sono in calo da dieci anni (-27%) e impattano solo l'1% delle calorie assunte. Si tratta di una misura che non ha prodotto risultati positivi per la salute pubblica nei Paesi dove introdotta, con trend di obesità rimasti in crescita (dati Oms): per questo, diversi Stati in tutto il mondo hanno iniziato a eliminarla. Grazie anche ai protocolli siglati con il Ministero della Salute, lo zucchero immesso in consumo dalle nostre aziende è stato tagliato del 41% negli ultimi anni, senza bisogno di alcuna tassa. Questa misura deprime il mercato, anziché facilitare la crescita e la competitività. La Sugar tax, infatti, incrementerà la fiscalità del 28 per cento», commenta Giangiacomo Pierini, presidente Assobibeassociazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia.



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