Economia Finanza

Caccia Gripen per l'Ucraina: cosa c'è dietro l'ipotesi della Svezia




L'Ucraina da qualche settimana ha visto arrivare i primi caccia L'F-16e mentre si hanno notizie del loro primo utilizzo sul campo di battaglia – e della perdita del primo esemplare con la morte del pilota – la possibilità che l'aviazione di Kiev possa avere in futuro anche i caccia svedesi Jas-39 “Gripen” resta sul tavolo.

Stoccolma, nel suo ultimo pacchetto di aiuti militari del valore di circa 440 milioni di dollari, ha stanziato 220 milioni per acquistare nuovi pezzi di ricambio per i suoi Jas-39 delle versioni C/D: così facendo, quei caccia non andranno incontro alla “ cannibalizzazione” per ottenere parti da utilizzare sui “Gripen” della versione E, rendendoli i vecchi caccia potenzialmente disponibili per l'Ucraina. Non c'è ancora, però, un progetto a breve termine per inviare i “Gripen” a Kiev e non è chiaro quanto possa essere rapido il trasferimento.

A.D agosto 2023in concomitanza del viaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelenskysi era diffusa la notizia che la Svezia avrebbe potuto fornire un certo quantitativo di Jas-39 all'aviazione di Kiev, pericolosamente un corto di caccia per poter fronteggiare efficacemente l'aviazione russa e soprattutto per dare il necessario appoggio aereo per le operazioni terrestri. Questa possibilità era ventilata da quando a febbraio di quell'anno il ministro della Difesa ucraino Oleksij Reznikov aveva espresso interesse per la caccia svedesi, e il marzo successivo circolavano voci secondo le quali Stoccolma stava prendendo in seria considerazione l'eventualità di cedere i “Gripen” a Kiev. A giugno del 2023, il governo svedese aveva annunciato formalmente l'intenzione di fornire addestramento ai piloti e al personale di terra ucraino per metterli in grado di operare i “Gripen” nel quadro di una valutazione operativa della caccia e sempre nel corso della visita ufficiale in Svezia, il presidente Zelenskyj aveva rivelato che l'addestramento era già iniziato.

L'aeronautica militare svedese ha oggi in servizio circa 94 “Gripen” nelle versioni C e D, e il progetto iniziale di sostituirli completamente con le versioni E/F più recenti è stato accantonato recentemente in considerazione del mutato scenario geopolitico europeo: il piano della Svezia è di avere 120 “Gripen” in servizio entro il 2030, di cui la metà della versione E. Questo, facendo un calcolo rapido, lascerebbe circa 34 caccia potenzialmente disponibili per l'aviazione ucraina. In Europa, il Jas-39 è in servizio anche in Ungheria e nella Repubblica Ceca, tramite un contratto di leasing con la Saab, casa costruttrice del velivolo. La possibilità che i “Gripen” cechi vengano riscossi e inviati in Ucraina quando Praga riceverà i nuovi F-35 è remoto, stante i ratei di consegna della caccia di quinta generazione.

Il governo di Stoccolma ha riferito che “al momento, non è rilevante trasferire il Jas Gripen all'Ucraina, poiché interferirebbe con l'introduzione dell'F-16” tuttavia “il governo continua a lavorare per creare le condizioni per supportare eventualmente l'Ucraina con il Jas-39 Gripen in una fase successiva. I ricambi sono le parti del Jas-39C/D utilizzate nella costruzione del nuovo Jas-39E. Con l'acquisto di questi set di materiali, si creano le condizioni per poter donare un certo numero di Jas-39C/D, invece di smontare parti da Jas-39C/D operative”.

Al netto della considerazione che la base industriale svedese difficilmente potrà consegnare all'aviazione di Stoccolma tutti i “Gripen” E richiesti entro il 2030, quindi altrettanto difficilmente la Svezia si priverà dei “Gripen” C/D per darli all'Ucraina, è opportuno aprire una riflessione sulla possibilità di avere una linea di caccia ucraina composta da due (o più, se davvero la Francia dovesse cedere alcuni “Mirage 2000”) tipi di velivoli.

Tralasciando le considerazioni sulle tempistiche dell'addestramento dei piloti, che a quanto pare si stanno già familiarizzando coi “Gripen” come visto, resta la problematica legata al personale di terra, che va anch'esso addestrato, e alla filiera logistica che serve per sostentare le operazioni coi caccia svedesi.

Ora la priorità dovrebbe essere quella di accelerare l'addestramento del personale ucraino per gli F-16, che arriveranno in numero consistente sebbene con tempistiche di consegna lunghe, non certo complicare questi processi con altri velivoli a cui gli ucraini non sono avvezzi avendo un'aviazione basata su prodotti di fabbricazione russa. Semmai sarebbe opportuno spingere sulla possibilità di far arrivare in Ucraina gli F-16 greci, come si era ventilato ad aprile di quest'anno.



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