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Dazi auto cinesi, prove di dialogo tra Pechino ed Europa


Serrati colloqui a Bruxelles per cercare nuovi accordi sul tema dei dazi che coinvolgono le auto elettriche prodotte in Cina importate in Europa

La Cina ha rinnovato la sua offerta di colloqui con la commissione europea per risolvere le tensioni economiche e commerciali tra Pechino e Bruxelles. In sintesi è questa la nota del vice ministro del commercio cinese Li Fei all'indomani degli incontri avuti a Bruxelles con i vertici della direzione generale per il commercio della commissione Ue. Le consultazioni sono mirate a cercare di allentare gli imminenti dazi sulle auto prodotte in Cina e per spianare la strada alle discussioni a livello ministeriale della prossima settimana, quando il ministro del commercio cinese Wang Wentao sarà a Bruxelles per incontrare la sua controparte, il commissario per il commercio Ue, Valdis Dombrovskis.

Impressioni di settembre

Gli stati dell'Unione voteranno a fine settembre se imporranno dazi aggiuntivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi. La “missione diplomatica” di Pechino, però, punta a trovare misure contrari alle punitive decise dopo l'indagine antisovvenzioni della commissione europea, altrimenti rimarrebbero in vigore per cinque anni. Quindici dei 27 stati dell'Unione sembrano esprimere la propria contrarietà ai dazi sulle elettriche made in China ma Bruxelles, ritiene necessarie queste misure per allineare le cinesi, sovvenzionate e più economiche, ai prezzi di mercato europei. Di contro, sono numerose le aziende ei funzionari governativi cinesi in forte premendo per chiedere una riduzione o rimozione totale dei daziproponendo come alternativa quella di definire un prezzo minimo sulle esportazioni di auto elettriche cinesi o un tetto massimo di spedizioni oltre il quale far scattare i dazi. Secondo indiscrezioni, Bruxelles sarebbe pronta ad abbassare – per la seconda volta – le tariffe imposte, con Tesla che scenderebbe dal 9% al 7,8% , Geely dal 19,3% tutto 18,8% e anche io costruttori cinesi che non hanno collaborato all'indagine antisovvenzioni, potrebbero godere di uno sconto dal 36,3% al 35,3%. Imposte aggiuntive che si sommano al 10% dei dazi già esistenti per chi esporta dalla Cina. Le discussioni sono ancora in corso e non restano che attendono le decisioni ufficiali da parte degli interessati.



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