RunAble, una festa dello sport per dire: anche senza la vista si può condurre una vita piena
Antonella Inga e Luca Aronica.
Il Parco di Monza diventa la cornice della prima edizione della “RunAble”, la prima corsa non competitiva che intende sensibilizzare sulla disabilità visiva e promuovere la prevenzione delle malattie agli occhi. A organizzarla è l'Asd Aps Freemovingassociazione nata a Monza nel 2016 pee iniziativa di Luca Aronica e Antonella Ingacoppia di atleti parlimpici, con l'obiettivo di proporre occasioni di realizzazione personale e di autonomia attraverso lo sport per coloro che non vedono.
Marito e moglie, Aronica e Inga hanno perso entrambi la vista a causa di una retinite pigmentosa. I due hanno una bambina di 14 mesi, Matilde e vivono in completa autonomia. Inga, 30 anni, mal 2021 è campionessa italiana in carica di salto in lungo nella sua categoria. Dopo la pausa per la maternità, è tornata in pista. «Mi sono reso conto che allenamento e adrenalina da gara mi mancavano molto già durante la gravidanza. Sono felice di essere tornata in pista: lo faccio per me stessa, ma anche per mia figlia, perché un giorno sappia che la sua nascita non mi ha costretta a rinunce, come donna e come atleta», racconta Inga, che ha anche scritto un libro per raccontare la storia di suo marito, Tarcisio il Talpone. Luca Aronica, una vita a 4 sensi (C&P Adver Effigi).
La corsa-camminata è in programma per sabato 5 ottobre. Ogni anno, il secondo giovedì di ottobre si celebra la Giornata mondiale della vista per mettere in primo piano la prevenzione e invitare tutti a controlli oculistici periodici. In alcune malattie dell'occhio infatti la perdita della vista è lenta, graduale e senza sintomi: quando il problema si manifesta, il danno è ormai irreversibile. Ma gli occhi sono un bene dal valore inestimabile di cui prendersi cura in tutte le fasi della vita. Fare controlli periodici è fondamentale per prevenire malattie gravi.
«Abbiamo voluto dare vita alla RunAble per promuovere l'importanza della prevenzione nelle malattie oculari», sottolinea Aronica. Si parla sempre della necessità di visite preventive in diversi ambiti, ma anche prendersi cura dei nostri occhi è importante. Ho sperimentato su di me cosa significa perdere un certo punto della vita qualcosa che hai sempre avuto: la retinite pigmentosa si è presentata quando ero adolescente e ha sconvolto ogni cosa. Nel mio caso fu impossibile preservare la vista, ma in malattie come il glaucoma o la retinopatia diabetica, ad esempio, la tempestività nella diagnosi è fondamentale per cercare di evitare il peggio».
RunAble sarà una grande festa dello sport, anche l'obiettivo di raccolta fondi per sostenere le attività di FreeMoving dedica alle persone non vedenti o ipovedenti. In particolare, le iscrizioni alla manifestazione permetteranno all'associazione l'acquisto di un mezzo di trasporto per quanti partecipano alle diverse attività.
Il giorno dell'evento, i partecipanti possono scegliere tra un percorso di 5 km (di colore blu) e uno di 10 km (di colore rosso). I tracciati sono misurati e certificati da FIDAL, Federazione Italiana di atletica leggera. Le iscrizioni alla corsa non competitiva sono già aperte e si possono effettuare dal sito www.asdfreemoving.it compilando il relativo modulo o scrivendo a eseguibile@asdfreemoving.Esso entro il 30 settembre.
Alla parteciperanno anche gli atleti di FreeMoving con le loro manifestazioni guide. Altri atleti guida saranno a disposizione di ipovedenti e non vedenti che vorranno prendervi parte.
«Le nostre attività ci hanno mostrato quanto sia importante proporre iniziative inclusive», osserva Inga. «È molto bello quando intere famiglie partecipano ai nostri eventi e comprendono che anche senza la vista si può condurre una vita piena. Per questo una corsa non competitiva ci è sembrata lo strumento migliore per promuovere quello che facciamo, dallo sport amatoriale a quello agonistico, dal turismo ai campi estivi inclusivi, nel desiderio di aprire le nostre attività a sempre più persone. Perché, come diciamo noi: più siamo e meglio vediamo».
(Foto in alto: alcuni atleti dell'associazione Freemoving)