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Lautaro oltre le stelle: “Scudetto, che emozione. Ma l’Inter non si ferma: rivinciamo”


L'argentino: “Abbiamo fatto qualcosa di speciale, resterà dentro per sempre. Ora alziamo il livello, bisogna conquistare altri trofei”

Giornalista

13 settembre – 00:03 – MILANO

Il completo scuro, un sorriso grande così, il piacere di rivivere il piacere. Lautaro Martinez è una festa continua, è una bottiglia di champagne sempre pronta in frigo: un'occasione dopo l'altra, che sia un Mondiale, uno scudetto, la fascia di capitano, il titolo di capocannoniere. E mica è finita: solo la scorsa settimana s'è infilato nella corsa per la vittoria del Pallone d'oro, classifica nella quale finirà nelle primissime posizioni. Non c'è mica da stupirsi allora se l'argentino arriva all'Anteo, alle 19 in punto, per la proiezione del film “Due stelle sul cuore”, con l'animo leggero e la voglia di divertirsi. Che poi è un po' come infilarsi in una simpatica bolla, nella quale spettatore e protagonista si fondono. Lautaro cavalca, osserva e applaude. E con la testa si volta indietro, come ad ammirare il percorso fatto. Ecco perché quando racconta ha una voce che sussurra, quasi a voler accompagnare le immagini con le parole: “Questo scudetto è stata l'emozione più grande della mia carriera, almeno a livello di club. Poi certo, c'è il Mondiale vinto con l'Argentina, che per me è stato il sogno da bambino che ho potuto realizzare.

Quella corsa

E sì che già averla, una graduatoria di emozioni così grandi da mettere in fila, rende l'idea della grandezza del calciatore. Fa capire perché l'Inter abbia fatto di tutto per tenerselo stretto, anche a costo di fare un'eccezione al tetto stipendi con il rinnovo del contratto fino al 2029. Lautaro va in profondità con le parole, un po' come fa in campo. “Questa seconda stella – dice l'argentino alla Gazzetta – mi resterà dentro per sempre. E lo stesso vale per i miei compagni. È una cosa speciale, è la verità, è davvero straordinaria. E questo film ci dà la possibilità di rivivere le emozioni vissute lungo tutta la stagione. È stato un anno impegnativo, ma con il lavoro di gruppo siamo riusciti a costruire qualcosa di incredibile”. E l'entusiasmo è ancora vivo. Fuori dal cinema ci sono maglie nerazzurre un po' ovunque, a un certo punto ecco affacciarsi pura una bandiera. Tutta l'Inter arriva a gustarsi la proiezione, la squadra, i dirigenti, alcuni ospiti del club. Sembra una prolungazione: non si smette mai di festeggiare, settembre come lo scorso aprile, perché una seconda stella è davvero per sempre. “Se devo scegliere un'immagine di tutto l'anno, un momento, ecco: io che al fischio finale del derby del 22 aprile avrei voluto correre sotto la curva verso i miei tifosi. E invece non ci riesco, perché ero come bloccato dall 'emozione. Nella mente in quell'istante mi sono passate tante cose, i momenti difficili vissuti insieme ai miei compagni e allo stesso tempo la soddisfazione per essere riusciti ad andare oltre: tutto il lavoro ha pagato, siamo orgogliosi”.

Avanti

E l'orgoglio è sempre una buona base di partenza. Perché Lautaro non ha voglia di fermarsi. Il capitano è lì per indicare la via a se stesso, ai compagni ea tutto il mondo Inter. Potenza di un film, viene voglia di altre…riprese, di altri registi e proiezioni: “Eh, speriamo in nuovi film, magari!”. Tanto che quasi viene il dubbio di porre una domanda un po' ardita, una cosa del tipo “scusi capitano, più facile vincere l'Oscar o il Pallone d'oro?”. Lui sorride, divertito: “No dai, l'Oscar no…più semplice il Pallone d'oro”. Di sicuro non manca la fama per rimettersi seduti al tavolino. “Questo scudetto è stato molto importante per la carriera di noi giocatori e per il club. Ma ora non dobbiamo fermarci”. Lautaro spinge sull'acceleratore: “Dobbiamo continuare a vincere trofei, a portare l'Inter il più in alto possibile. Dobbiamo avere la voglia di crescere ogni giorno, a livello individuale e come gruppo in ogni aspetto: l'obiettivo è alzare il livello sempre”. Così ragiona il campione. Così ragiona la guida di un gruppo che, grazie alla seconda stella, ha salito un ulteriore gradino in fatto di consapevolezza. Adesso l'Inter non vuole più scegliere. In passato quasi è stata costretta a farlo, privilegiando un percorso piuttosto che un altro. Lautaro oggi è dentro una squadra che vorrà ritrovarsi tra otto mesi in corsa su tutti i fronti. Anche in Champions League, certo: quella finale di due stagioni fa a Istanbul non è ancora andata giù a nessuno. Ma è servita, non è passata invano: è stata il trampolino per la seconda stella, chissà che non lo sia anche per una nuova cavalcata europea. Siamo sempre lì, al piacere di rivivere il piacere.





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