Economia Finanza

Migranti, le urla di Scholz: “Adesso basta ingressi selvaggi”




È tanto freddo e rigido, monocorde e con l'aria da primo della classe il cancelliere Olaf Scholz che i tedeschi lo equipaggiano a un robot, «Scholzomat». Il capo del governo federale, che pare di teflon, non si scompone mai o quasi. Ieri, al Bundestag, è andata in scena una di queste rare eccezioni. Scholz ha fatto fuoco e fiamme davanti ai deputati attaccando sull'immigrazione l'opposizione: dall'estrema destra di Alternativa per la Germania (Afd) ai popolari di Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu).

Sono mesi difficili per l'esponente del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) e il suo governo che, diviso e debole, sembra ormai alla deriva. La coalizione tra Spd, Verdi e Partito liberaldemocratico (Fdp) non riesce a fornire risposte efficaci alle sfide che affronta. La tensione sale in Germania come nel suo cancelliere, che ieri al parlamento federale ha abdicato alla sua calma olimpica, anche per dimostrare quella forza e capacità di guidare negate dai suoi avversari. Urlava Scholz, si sbracciava e si allontanava dal podio del suo intervento, puntava il dito contro l'opposizione. Il cancelliere era in aula per illustrare l'attuazione dal 16 settembre di controlli su tutte le frontiere tedesche, volti a contrastare l'immigrazione illegale. Quanti hanno richiesto asilo in un altro Stato dell'Ue o non hanno diritto di ingresso verranno respinti. «Apertura al mondo non significa che può arrivare chiunque lo desideri, dobbiamo poter selezionare chi entra e rimandare indietro chi non può restare», ha tuonato Scholz battendo il pugno sul leggio. Con la stessa foga, il cancellier ha rivendicato per il suo governo di essere riuscito ad avviare «la più grande svolta» nella riduzione dell'immigrazione illegale. «Un successo che porteremo avanti», ha aggiunto il capo dell'esecutivo federale, con i controlli alle frontiere che proseguiranno «finché possibile, anche se sarà difficile con i nostri vicini». Poi l'affondo contro i popolari, principale gruppo di opposizione. «Parole, non avete fatto niente» contro l'immigrazione illegale, ha urlato Scholz riferendosi agli anni in cui i due partiti erano al governo.

Un'altra invettiva era stata scagliata dall'esponente dei socialdemocratici contro Cdu e Csu quando, il 10 settembre, hanno abbandonato i colloqui con il governo convocati per trovare una soluzione condivisa sui controlli alle frontiere. Una mossa mirata, secondo Scholz, che ha accusato il presidente della Cdu, Friedrich Merz, di aver messo in scena «giochetti di prestigio, un teatrino di provincia».

Un registro di comunicazione insolitamente aggressivo per l'esponente della Spd, che rende evidente come in Germania sia iniziata la campagna per le elezioni del Bundestag, in programma per il 28 settembre 2025. Intanto, nell'aula del parlamento federale, il cancelliere ha sottolineato come la Germania continuerà a rispettare il diritto di asilo, che «non è in discussione», riconoscendo questa protezione a quanti sono idonei a ottenerla.

Allo stesso tempo, Scholz ha elogiato i tanti che sono immigrati in Germania portandovi i loro talenti, «si sono dati da fare» contribuendo alla crescita economica del Paese, hanno imparato il tedesco e rispettano la legge. La Germania di Scholz rimane aperta, ma con il controllo delle proprie frontiere e la selezione di chi può oltrepassarle.



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