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Il teatro incontra i quartieri e crea nuove relazioni



«Cosa significa incontrare un quartiere? E gli abitanti della periferia?». Con questa domanda, posta da Federica Fracassisi apre la riflessione sulla terza edizione del Festival Immersioni, laboratorio di linguaggi performanti nei quartieri, fino al 18 settembre nel sagrato del Teatro Strehler e al Teatro Studio Melato.

È il risultato finale, o comunque il sunto, del più grande progetto Indagine Milanoche ha visto numerosi artisti su scala nazionale prendere residenza artistica quest'anno nei quartieri più a sud della città meneghina: Stadera, Barona, Chiaravalle e Santa Giulia. L'obiettivo è quello di riportare l'arte, in questo caso teatrale, fuori dagli edifici, incontro a quelle persone che ne rimangono in qualche modo ai margini. Il direttore artistico Andrea Capaldi racconta: «Il comune di Milano finanzia, sostiene e valorizza il Festival. Questo significa che c'è una vocazione al teatro. In quest'ambito sono state fatte molte cose che hanno lasciato tanto nella vita di chi le crea e chi le accoglie». Continua: «Siamo convinti che questo lavoro sia fondamentale in questo preciso momento storico, politico e sociale. Il senso è ridare in maniera profonda quella funzione di stimolo e consapevolezza all'azione culturale nei confronti della comunità. Gli artisti devono e vogliono riavvicinare quella fascia di persone rimaste esclusa. Riusciamo a farlo attraverso il progetto Indagini Milano. La funzione dell'artista funge da apertura alla relazione con le persone per aiutare loro a leggere il presente».

Tante sono quindi le iniziative, ciascun legato a uno specifico quartiere di riferimento e portata poi nei foyer e nei sagrati dei due teatri di riferimento del Piccolo: «Richiamando la matrice festiva del festival, possiamo proclamare l'apertura, soprattutto in termini fisici, del sagrato, a sottolineare lo spazio di transito tra il palcoscenico e la città, che non rappresentano due luoghi diversi ma uno spettro di possibilità» spiega Claudio Longhidirettore del Piccolo Teatro di Milano.

Ecco alcuni dei progetti finali.

Salto rotto, Città nuda – la città nuda | Quartiere Stadera: «Siamo un collettivo che organizza eventi site specific. Il nostro scopo non è produrre teatro ma creare rapporti, illuminare luoghi perduti. Per noi questo lavoro non era una prova generale ma il lavoro che desidera fare. Volevamo sottolineare il contrasto tra il lavoro site specific e quello per il teatro».

Giulia Scotti, Dopo il lavoro | Quartiere Barona: «È un progetto che parla di lavoro e di quello che c'è dopo il lavoro. Tutto nasce quando un anno fa ho perso il mio lavoro e ho iniziato a interrogarmi su cosa resta a una persona. Ho avviato quindi un processo di ricerca attraverso alcune istituzioni statali. L'idea era quella di stare nel quartiere e fare domande agli abitanti in merito al lavoro. Abbiamo però incrociato un gruppo affiato di over 70 che però, di fatto, non lavorano più. Il risultato, alla fine, nasce da questo incontro, in cui la mia idea iniziale si è modificata a partire dai corpi e dalle parole delle persone incontrate».

Progetti Speciali

Elena Guerrini, Può sempre servire non si sa mai: «Quando si affronta un trasloco o si svuota una casa, si trovano oggetti ormai inutili ma di cui non vogliamo sbarazzarcene. L'amore per gli oggetti, l'amore per la memoria degli oggetti è stato il punto di partenza per questo progetto. È una performance poetica partecipata, dove si abita la casa della propria infanzia. Un'esperienza di una stanza emozionale».

Teresa Priano e Dario Pruonto, posso solo dire che esisto: «Santa Giulia è un'identità difficile da carpire, perché è molto nuova: abbiamo rubato le espressioni poetiche involontarie degli abitanti del quartiere. Abbiamo fatto un telefono senza fili tra trenta persone a partire da una poesia zero. Abbiamo colto le variazioni dal tema e le poniamo in uno spazio intimo all'interno di uno spazio pubblico, dove transiteranno varie identità mentre le parole scorrono su un'insegna luminosa».

Oltre alla restituzione dei percorsi artistici, tra le proposte del Festival sono previste la conferenza performativa della compagnia partenopea Putéca Celidònia, The look of love. Performance di duetti familiari di Chiara Taviani e Caterina Basso; le cerimonie di premiazione del Premio Carlo Annoni e del conTEST Amleta; gli spettacoli r/place di Matteo Sintucci, in collaborazione con Milano OFF Fringe Festival e Trap community opera di Milano Mediterranea, Corps Citoyen e BASE.





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