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L’Italia sul tetto del mondo con la nazionale di tennis con sindrome di Down


In Francia gli azzurri vincono il torneo di doppio e diventano vicecampioni nel singolo.
E ora si punta all'ingresso tra gli atleti paralimpici

Dal nostro inviato Simone Corbetta

14 settembre – 21:25 – ANNECY

Peccatore non solo. A tenere alto il tricolore italiano ci pensa la nazionale di tennis con Sindrome di Down Fisdir (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo-Relazionali) che ha conquistato il titolo di campione del mondo nel doppio, classe II2. Emanuele Bezzi e Gabriele Vietti, dopo una settimana di gare sotto la pioggia con una temperatura invernale, hanno sconfitto in finale i temibili australiani Timothy Gould e Aman Ramadani con il punteggio di 4-0 e 4-1 (i set a 4 sono stati decisi per recuperare i match sospesi, ndr).

VICECAMPIONI NEL SINGOLO

Dopo un percorso netto, gli azzurri non hanno deluso in una finale bellissima e di alto livello tecnico. Nel singolo, Bezzi ha incontrato in finale lo stesso Gould, che lo ha però sconfitto per 6-1,6-4, dando all'azzurro anche il titolo di vicecampione nel mondo. “Una grande vittoria per l'Italia -commenta il ct Vincenzo Morgante- che spero possa far capire quanto potenziale ci sia nel tennis. Siamo ancora una volta sul tetto del mondo nel doppio II2, una grande soddisfazione”. Nella rassegna iridata di Annecy hanno preso parte anche atleti delle classi II1 (atleti con qi<75) ed II3 (atleti autistici ad alto funzionamento). La squadra azzurra, composta da nove atleti, con un giusto mix di esordienti ed esperti (4 gli esordienti di cui 3 sotto i vent'anni), non ha sfigurato, ma il divario tra le nazioni più forti, come l'Australia, la La Gran Bretagna e la Francia è ancora ampio.

OBIETTIVO PARALIMPIadi

Sicuramente, con maggior ragione dopo questo successo, gli stimoli e la voglia di migliorare non mancheranno. Il tennis per gli intellettivo-relazionali è ben radicato su tutto il territorio nazionale, avendo infatti oltre al ct due referenti nazionali per il nord ed il sud: Gianni Gioia e Giuseppe Cobisi. Vedendo il livello delle gare e la qualità tecnica degli atleti, sulla scia dei Giochi Paralimpici appena conclusioni, è lecito chiedersi: chissà se in futuro, oltre al tennis in carrozzina, potremo vedere anche questi atleti nel programma paralimpico?





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