Economia Finanza

Argentina, la scossa di Milei non funziona. L’inflazione è al 236,7%


Narrazioni incoerenti e scelte inconcepibili. Buenos Aires ah l'fascino di una capitale europea e la governance di un Paese collocato in un altrove immaginario, al di là della Fine del Mondo. Forse perché il pantheon borghesiano è popolato di fantasmi e suggestioni oniriche. Chissà, almeno lì potrebbe essere più facile spiegare un tasso di povertà superiore al 50% in un Paese dal glorioso passato di granaio del mondo. E ancora oggi potenzialmente capace di produrre cibo per 400milioni di persone, ma incapace di sfamarne 46 milioni, gli abitanti dell'Argentina

I venti che battono la Pampa, negli ultimi giorni dell'inverno australe, non portano buone notizie per il presidente Javier Mileiche proprio in questi giorni è costretto a fronteggiare dati peggiorativi di inflazione. Pochi minuti dopo che l'agenzia di stampa Reuters diramasse il dato di agosto, +4,2% rispetto al mese precedente, superando così le previsioni degli analisti, i siti web dei giornali di tutto il mondo, Wall Street Journal, Financial Times, El Pais, instillavano nuovi dubbi sulla forza di Milei. Proprio così, il ruggito del Leon, questo è il suo soprannome, pare già molto più rauco.

Inflazione al 236,7%, il flop di Milei e la rabbia di piazza

Sì, perché Milei lo aveva promesso in campagna elettorale, il giorno del suo insediamento, il 10 dicembre 2023, e poi ribadito spesso in questi nove mesi di governo: «L' acquisto è un ricordo del passato», «l'ho già sconfitta », «è un disastro che riguarda il governo peronista che mi ha preceduto». Invece no, il dato implacabile dei prezzi al consumo, l'indice che racconta meglio la corsa dei prezzi, spiega che negli ultimi 12 mesi il rimborso è stato del 236,7%, il livello più alto al mondo e superiore anche alle previsioni del sondaggio Reuters del 235,8%. Gli analisti prevedevano un +3,9% e invece la battaglia campale di Milei contro l'incassare una sconfitta pesante, anche sul piano dell'immagine.

Le manifestazioni di piazza che si susseguono con regolarità a Buenos Aires e in altre città argentine sono partecipate, sempre più, da una classe media scivolata nella povertà e le rilevazioni dell'Indec (l'Istat argentino, ndr) spiegano perché: un chilo di patate 1,33 dollari, con un aumento del 40% rispetto a un mese fa. Carne, latticini hanno raggiunto prezzi esorbitanti in un Paese dove le pensioni medie si aggirano attorno ai 300 euro al mese. Da gennaio a oggi l'inflazione è cresciuta del 94,8 per cento. L'asado, la grigliata domenicale, un momento topico nell'antropologia della famiglia argentina, non è più alla portata di tutti.

I negozietti dei quartieri di Buenos Aires, da quelli più popolari come la Boca o Constitucion a quelli di classe media come Caballito o Almagro, su su fino a Palermo o Belgrano vendono merce sfusa, perché la confezione intera è troppo cara per la clientela.



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