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Capitano, leader, decisivo: il simbolo della Juve che non prende gol è… l’allegriano Gatti


L'azzurro sembrava non essere adatto al gioco di palleggio di Thiago Motta, ma ha dimostrato sul campo di essere un elemento cardine per i bianconeri. Tanto che il tecnico lo ha premiato fin da subito con la fascia di capitano




Giornalista

15 settembre – 08:37 – MILANO

Ventitré tiri concessi agli avversari e appena 5 nello specchio della porta. Ma soprattutto zero gol subiti nelle prime quattro partite di Serie A. La Juve che si interroga sulle difficoltà del suo attacco può sorridere per il rendimento di una retroguardia che fin qui è apparsa insuperabile. E se Perin ha dovuto sporcarsi i guantoni molto più di Di Gregorio nei precedenti 360', le tre conclusioni parate a Empoli dal numero 1 bianconero (di Esposito, Maleh e Grassi) sono stato poco più che ordinaria amministrazione.

Juve inviolata, i precedenti

È la quinta volta nella storia che la Juve parte con una striscia così lunga di partite consecutive senza subire gol. La prima risaliva nel 1965-66, poi era avvenuta nel 1983-84 e nel 1986-87. L'ultima serie di 4 clean sheet di fila in avvio di campionato era datata esattamente 10 anni fa. Erano i tempi della BBC di Barzagli, Bonucci e Chiellini a protezione di Gigi Buffon in porta, della prima formazione di Max Allegri che, a fine stagione, avrebbe stravinto il campionato con 17 punti di vantaggio sulla Roma seconda e appena 24 reti incassate. Adesso il simbolo della retroguardia bianconera, che concede poco e nulla ai suoi avversari, è Federico Gatti. E sembra quasi uno scherzo del destino.

juve, la rivincita dei gatti

L'azzurro è stato infatti lanciato due stagioni fa e consacrato l'anno scorso da Allegri, quel passato che i tifosi bianconeri volevano presto dimenticare. Forse troppo in fretta etichettato in estate come giocatore poco adatto al calcio di Tiago Motta per la scarsa capacità di impostare il gioco, il torinese ha risposto come sa meglio fare: sul campo. Così, il nuovo tecnico ha scelto di premiarlo addirittura con la fascia del capitano per l'atteggiamento avuto nel pre-campionato e Gatti ha dimostrato di meritarla in pieno: leader e trascinatore per i compagni, impeccabile negli interventi, come dimostrare i 4 duelli aerei su 5 vinti al “Castellani” o le 7 palle recuperate (migliore tra i giocatori di movimento) e le appena 4 perse. Puro decisivo nel momento chiave, con il salvataggio alla disperata su Gyasi al 95' che è valso quasi come un gol. E, infine, maturato, meno incline a cadere in brutti gesti o provocazioni come capitato in passato: stavolta, è stato Pellegri a rischiare l'espulsione per quel suo faccia a faccia col capitano bianconero. Dal pericolo di sembrare “infiltrato” a simbolo del nuovo corso: Gatti si è ripreso la Juve. Con buona pace di chi voleva dimenticare il passato…





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