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«Prego per le vittime innocenti di tutti i conflitti»


Il Vangelo di oggi, 15 settembre 2024mostra Gesù mentre spiega ai suoi discepoli la missione che è venuto a compiere, fatta anche di sofferenze e ostacoli.

24.ma Domenica del tempo ordinario. Dal Vangelo secondo Marco – Mc 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Commento di Papa Francesco al Vangelo di oggi

Cari fratelli e sorelle, buona domenica! Il Vangelo della liturgia odierna ci racconta che Gesù, dopo aver chiesto ai discepoli cosa pensava la gente di Lui, domanda direttamente a loro, “Ma voi chi dite che io sia?” Pietro risponde a nome di tutto il gruppo dicendo “Tu sei il Cristo cioè tu sei il Messia”. Tuttavia quando Gesù comincia a parlare della sofferenza e della morte che lo aspettano lo stesso Pietro si oppone e Gesù lo rimprovera duramente va dietro a me, Satana, il vice Satana, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Guardando all'atteggiamento dell'Apostolo Pietro, possiamo anche noi interrogarci su che cosa significa davvero conoscere Gesù.

Cosa significa conoscere Gesù? Infatti, da una parte, Pietro risponde in maniera perfetta, dicendo a Gesù che Egli è il Cristo. Tuttavia, dietro a queste parole corrette, c'è ancora un modo di pensare secondo gli uomini, una mentalità che immagina un Messia forte, un Messia vittorioso, che non può soffrire o morire. Dunque, le parole con cui Pietro risponde sono giuste, ma il suo modo di pensare è cambiato. Deve ancora cambiare mentalità. Deve ancora convertirsi. E questo è un messaggio importante anche per noi.

Infatti anche noi abbiamo imparato qualcosa su Dio, conosciamo la dottrina, recitiamo le preghiere in modo corretto e magari alla domanda chi è per te Gesù rispondiamo bene con qualche formula che abbiamo imparato in catechismo. Ma siamo sicuri che questo significa conoscere davvero Gesù? In realtà per conoscere il Signore non basta sapere qualcosa di Lui, ma occorre lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo. Si tratta cioè di avere con Lui una relazione, un incontro.

Io posso conoscere tante cose su Gesù, ma se non l'ho incontrato Ancora io non so chi è Gesù. Ci vuole questo incontro che cambia la vita, cambia il modo di essere, cambia il modo di pensare, cambia la relazione che hai con i fratelli, la disponibilità ad accogliere ea perdonare, cambia le scelte che fai nella vita. Tutto cambia se davvero hai conosciuto Gesù. Tutto cambia.

Fratelli e sorelleil teologo e pastore luterano Dietrich Bonhoeffer, vittima del nazismo, ha scritto così: «Il problema che non mi lascia mai tranquillo è quello di sapere che cosa sia veramente per noi oggi il cristianesimo, o anche chi sia Cristo».

Purtroppo, tanti non si pongono più questa domanda e restano tranquilli, addormentati, anche lontano da Dio. È importante invece chiederci. Io mi lascio scomodare? Io mi domando chi è Gesù per me e che posto occupa nella mia vita? Su questa domanda c'è stata la nostra madre Maria, che conosceva bene Gesù.



Dopo l'Angelus

Sottolineo alle popolazioni del Vietnam e Myanmar che soffrono a causa delle inondazioni provocate da un violento tifone. Prego per i defunti, per i feriti, gli sfogliati. Dio sostenga quanti hanno perso i loro cari e la loro casa. E benedica quanti stanno portando aiuto. Ieri a Città del Messico è stato beatificato Moisés Lira Serafín, sacerdote, fondatore della Congregazione delle Missionarie della Carità di Maria Immacolatamorto nel 1950. Dopo una vita spesa di aiutare le persone a progredire nella fede e nell'amore del Signore, il suo cielo apostolico stimola i sacerdoti a donarsi senza riserve per il bene spirituale del popolo santo di Dio. Un applauso al nuovo Beato.

Oggi in Italia si celebra la giornata dei malati di sclerosi laterali amiotrofica, SLA. Assicuro un ricordo nella preghiera per loro, per i familiari. Incoraggio il lavoro di ricerca su questa patologia e le associazioni di volontariato. E non dimentichiamo le guerre che insanguinano il mondo.

Penso alla martoriata Ucraina, al Myanmar. Penso al Medio Oriente. Quante vittime innocenti. Penso alle mamme che hanno perso figli in guerra. Quanti giovani vite stroncate. Penso a Hersh Goldberg-Polin, trovato morto inizio settembre insieme ad altri cinque ostaggi a Gaza. Nel novembre dell'anno scorso ho incontrato la madre, Rahel, che mi ha colpito per la sua umanità. L'accompagno in questo momento. Prego per le vittime e continuo ad essere vicino a tutte le famiglie degli ostaggi.

Cessi il conflitto in Palestina e Israele. cessino le violenze, cessino gli odi, si rilascino gli ostaggi, continua i negoziati e si trovano soluzioni di pace. Saluti a tutti voi romani, pellegrini d'Italia e tanti paesi. In particolare i fedeli della parrocchia Santa Vige Regina a Radom, Polonia. Il gruppo dei sacerdoti gesuiti si è unito a Roma per gli studi ei partecipanti alla staffetta a piedi da Roma ad Assisi. Auro e saluto i ragazzi dell'Immacolata che hanno avuto tre ordinazioni in questi giorni. Complimenti.

Auguro a tutti buona domenica e per favore non dimenticatevi di pregare per me.





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