Istruzione

Intelligenza artificiale, parla l'esperto: “Formiamoci per non soccombere. Le priorità sono il disagio dei ragazzi e quello dei docenti scarsamente retribuiti” – Orizzonte Scuola Notizie


Daniele Bruzzone, ordinario di pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, parla a Vita.it dell'intelligenza artificiale e del rapporto che questa avrà con l'istruzione.

In premessa, l'esperto chiarisce: “la mia è una prospettiva pedagogica, quindi mi chiedo quali siano le competenze che lo sviluppo dell'intelligenza artificiale ci chiederà di coltivare e d'altra parte quali siano le competenze che, affidandoci all'intelligenza artificiale, rischiamo di perdere“.

Poi, rispetto all’intelligenza artificiale, “io non appartengo né al partito degli “apocalittici”, per natura pessimisti, né a quello degli “integrati”, entusiasti senza se e senza ma. È molto probabile che, come dice l'Agenzia per l'Italia Digitale, l'intelligenza artificiale favorirà la personalizzazione dei percorsi di apprendimento degli studenti, faciliterà l'inclusione degli alunni con Dsa o il disturbo dello spettro autistico, consentirà di contrastare l'abbandono scolastico monitorandone gli indicatori, eccetera”.

È anche vero – prosegue il pedagogista – che la sua presenza pervasiva potrà presentare dei rischi e delle controindicazioni che oggi, forse, non riusciamo ancora a prefigurarci. Ma, come sempre, la differenza la faremo noi, in base alla nostra capacità o incapacità di formarci e di formare all'utilizzo di qualcosa senza permettere che ci esautori. È un po' come la questione del divieto degli smartphone ai minori di 14 anni: la coscienza delle persone non si istituisce per legge (magari fosse così facile!), ma con l'educazione“.

Per Bruzzone nella scuola, al momento, esistono però altre priorità su cui concentrarsi e riflettere, oltre che agire: “se parliamo della scuola e dell'educazione, credo che le emergenze di cui parlare sono ben altre: la scarsità e il carico di lavoro dei dirigenti scolastici, l'assenza di un coordinamento pedagogico, il fatto che oggi gli istituti sono spesso costretti a reclutare docenti senza abilitazione e perfino senza titolo e che ciò nonostante all'inizio dell'anno scolastico l'orario sia sistematicamente incompleto”,

E infine, “il disagio più o meno latente dei ragazzi a cui si aggiunge quello di molti insegnanti poco riconosciuti e poco retribuiti”, conclude il pedagogista.



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