Economia Finanza

Budapest, sì al referendum contro gli affitti brevi: nel distretto della movida divieto dal 2026


La “rivolta” dei residenti delle destinazioni assediate dal turismo di massa ha un nuovo capitolo. Uno dei quartieri più turistici di Budapest, Terézváros, ha deciso con un referendum di vietare gli affitti a breve termine: una reazione all'impennata dei costi abitativi e ai disagi come rumore e spazzatura.

La vittoria (di misura) dei sì

La consultazione tra gli abitanti del sesto distretto (una delle zone della capitale ungherese più popolari per alloggi come Airbnb, con oltre 2.200 licenze) e durata due settimane: una maggioranza non schiacciante dei votanti (54%) ha votato per mettere gli affitti brevi fuori legge.

Una legge del 2026

Tamás Soproni, sindaco del distretto, si è impegnato a tradurre in legge la decisione per vietare gli affitti turistici nella zona dal 2026. nota per la sua vita notturna e per il viale Andrassy, ​​il grande viale di Budapest fiancheggiato da ville del XIX secolo e negozi di lusso.

Una meta popolare

Secondo Eurostat lo scorso anno sono stati quasi 719 milioni i pernottamenti nell'Unione europea prenotati tramite le piattaforme online Airbnb, Booking, Expedia Group e Tripadvisor. Parigi è in testa tra le capitali dell'Ue con oltre 19 milioni di pernottamenti. Nell'Europa centrale di Budapest si conferma la più popolare per soggiorni di breve durata con 6,7 milioni di pernottamenti. Seguono Vienna, Praga, Varsavia e Cracovia.



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