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Sinodo, il 1° ottobre una veglia a San Pietro per chiedere perdono dei peccati più gravi, dagli abusi all’indifferenza sui migranti



Una veglia penitenziale, la sera di martedì 1° ottobre nella Basilica di San Pietro, presieduta da papà Francesco, sarà una delle novità della seconda sessione del Sinodo dei vescovi che, dal 2 al 27 ottobre prossimi in Vaticanodopo la prima dell'ottobre 2023, tratterà il tema della sinodalità nella Chiesa.

E nella celebrazione penitenziale, che seguirà e concluderà i due giorni di ritiro preparatorio ai lavori, «si chiameranno per nome alcuni dei peccati che più suscitano dolore e vergogna, invocando la misericordia di Dio», ha spiegato lunedì in una conferenza stampa il segretario generale del Sinodo, il cardinale Mario Grech. La veglia prevede in particolare tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato: quello degli abusi sessuali, quello della guerra è quello contro i migranti. Ed è soprattutto a quest'ultimo, il peccato «dell'indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente di tutte le migrazioni», che si collega invece una conferma rispetto alla sessione precedente del Sinodo: la presenza anche quest'anno ai lavori come «invitato speciale», quindi senza diritto di voto, di Luca Casarinicapo missione di Mediterranea Saving Humans e della nave Mare Jonio di soccorso ai migranti. Altri «peccati» di cui si chiederà perdono nella veglia del 1° ottobre, quelli contro il creato, le popolazioni indigene, le donne, la famiglia, i giovani, quello «della dottrina usata come pietre da scagliare contro», il peccato contro la povertà e infine quello contro la sinodalità (mancanza dell'ascolto, comunione e partecipazione di tutti).

Numerose le domande dei cronisti sulla veglia penitenziale in cui «saranno chiamati per nome» i peccati «che suscitano dolore e vergogna»: dagli abusi alle critiche sulla sinodalità. «Come stanno insieme due cose del genere?», ha chiesto un giornalista. «Quando io vado a confessarmi – ha risposto Hollerich – ho un sacco di peccati diversi: alcuni più gravi, altri meno. Ma è la mia realtà che è in gioco…. È così anche per il nostro atto penitenziale: ci sono cose diverse, ma è la stessa Chiesa che ha vissuto questi deficit e fa soffrire la gente».

Nella conferenza stampa di lunedì, moderata dal prefetto della Comunicazione Paolo Ruffini, sono intervenuti anche il relatore generale del Sinodo, cardinale Jean-Claude Hollerichi segretari speciali padre Giacomo Costa e monsignor Riccardo Battocchiola segretaria della Commissione per l'Informazione Sheila Pires. Sono stati illustrati il ​​calendario dei lavori, la metodologia, il regolamento, le altre occasioni speciali, come i quattro forum «teologico-pastorali» del 9 e 16 ottobre, aperti a tutti e anche ai giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede.

Due si svolgeranno, in contemporanea, il 9 ottobre, alle 18, sul tema “Il popolo di Dio, soggetto della missione”, nell'Aula della Curia dei Gesuiti, e “Il ruolo e l'autorità del Vescovo in una Chiesa sinodale” all'Augustinianum, e gli altri due, sempre in contemporanea, alle 18, il 16 ottobre, su “Le mutue relazioni tra Chiesa locale e Chiesa universale”, nell'Aula della Curia dei Gesuiti, e su “L'esercizio del primato e il Sinodo dei Vescovi” all'Augustinianum.

In programma anche, venerdì 11 ottobre, la preghiera ecumenica con i «delegati fraterni» delle altre Chiese cristiane, che quest'anno salgono da 12 a 16 (ma non c'è la Chiesa ortodossa russa). L'evento si svolte in piazza dei Protomartiri, dove, secondo la tradizione, è avvenuto il martirio di Pietro. La data vuole ricordare l'apertura, nello stesso giorno di 62 anni fa, del Concilio Vaticano II.

In sintesi – come ha illustrato la card. Hollerich -, in tutto i membri del Sinodo (cioè i partecipanti con diritto di voto) saranno 368, di cui 272 investiti dal munus episcopale e 96 non vescovi (pari circa al 25 per cento). Fra i 368, le donne hanno 33 anni. I cambiamenti e sostituzioni rispetto all'anno scorso sono in tutto 26.

Anche quest'anni ci saranno due vescovi dalla Cina continentale: monsignor Giuseppe Yang Yongqiangvescovo di Hangzhou (Provincia del Zhejiang), e monsignore Vincenzo Zhan Silu, vescovo di Funing/Mindong/Xiapu (Provincia del Fujian). Poi vi sono gli otto «invitati speciali» ei «delegati fraterni» che da 12 sono passati appunto a 16: «Papa Francesco ha consentito di aumentare il loro numero visto il grande interesse che le sorelle Chiese hanno testimoniato nei confronti di questo cammino sinodale».

La discussione e l'elaborazione dell'assemblea sinodale, a partire dall'Strumento di lavoro che raccoglie il lavoro ei contributi apportati finora, dovrà portare a un documento conclusivo da consegnare al Papa, il quale potrebbe poi – d'altronde come sempre accaduto finora – firmare un'esortazione post-sinodale. In ogni caso, dopo tre anni di lavoro – assicura il cardinale Grech – «i frutti ci sono già», e in tanti campi «la Chiesa sinodale è già in atto».

Padre Giacomo Costa, segretario speciale del Sinodo, è invece entrato nel vivo dei lavori, chiarendo che la seconda sessione dovrà «indicare i passi da compiere» relativamente alle tematiche proposte dall'Strumento di lavorotenendo conto della «concretezza e varietà dei contesti locali» e della «ricchezza delle esperienze sinodali già in atto».

L'Assemblea sinodale lavorerà sulla base di cinque Moduli, ciascuno dei quali prevede un'alternanza di sessioni in Assemblea plenaria (dette Congregazioni Generali) e nei Gruppi di lavoro (Circuli minores). I primi quattro moduli avranno ciascuno «un focus tematico specifico, costituito da una Sezione dell'Instrumentum laboris». Trentasei i gruppi di lavoro divisi in cinque Tavoli linguistici; il loro lavoro, come nella sessione del 2023, «sarà strutturato ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito», con un esperto facilitatore che aiuterà «la conversazione dal punto di vista metodologico senza entrare nei contenuti». Ogni Tavolo linguistico elaborerà una breve sintesi da presentare nella successiva Congregazione Generale.





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