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Conferenza Parolin-Russia sulla guerra in Ucraina/ “Diritti, scambio prigionieri”: la mediazione del Vaticano


LA MEDIAZIONE DELLA CARTA. PAROLIN ALLA CONFERENZA VATICANO-RUSSIA, COSA HANNO DECISO

Nel silenzio quasi generale ma proseguendo nel solco di quanto prospettato fin dall'inizio della guerra in Ucraina dallo stesso Papa Francesco, il cardinale Pietro Parolin prosegue la missione di pace del Vaticano dopo i recenti passi svolti dal cardinale Matteo Maria Zuppi: il Segretario di Stato assieme al Presidente della CEI da mesi ormai preparano nel “silenzio” della diplomazia vaticana i passi necessari per porre una mediazione concreta fra Kiev e Mosca dopo più di due anni e mezzo di conflitto perenne.



Lo scorso 16 settembre 2024 – danno notizia sia la Russia che il Vaticano – il Segretario di Stato Card. Parolin ha partecipato alla video conferenza con la commissaria per i diritti umani della Federazione Russa, Tatiana Moskalkovaper valutare nuovi scambi di prigionieri di guerra oltre a fare il punto sul rispetto dei diritti umani. In primo luogo, la Santa Sede ha voluto ringraziare le autorità russe per aver liberato lo scorso giugno due preti ucraini (Bohdan Heleta e Ivan Levytskyi), sottolineando la necessità di proseguire su questo canale anche per altre liberazioni specie sul fronte minori (come già avvenuto nel recente passato, ndr). Nel colloquio avvenuto fra Vaticano. Russia, Parolin ha ribadito la centralità di salvaguardare i diritti umani garantiti dai trattati internazionalisebbene nel contesto di una sanguinosa guerra fratricida: il capo della diplomazia vaticana ha poi concluso, secondo il comunicato diffuso da Mosca e dalla Santa Sede, facendo riferimento all'assistenza dei militari ucraini ancora prigionieri della Russia, invitando nuovi scambi fra soldati detenuti come già impostato la scorsa settimana con 103 prigionieri per parte.



LA MISSIONE DI PACE DELLA CHIESA PROSEGUE: I PROSSIMI PASSI TRA PAROLIN, ZUPPI E PAPA FRANCESCO

Di ritorno dal lungo viaggio apostolico in Asia e Oceania, dove non è mancato il costante appello alla pace di Papa Francesco, oggi in Udienza Generale è sempre il Santo Padre a richiamare la preghiera comune per ottenere una pacificazione perenne: dal Medio Oriente al Myanmar fino alla “martoriata Ucraina”, «Che il Signore dia a tutti un cuore che cerca la pace per sconfiggere la guerra che sempre è una sconfitta».

La preghiera del Santo Padre, la mediazione del cardinale Parolin e le tappe diplomatiche del cardinale Zuppi: la missione di pace della Chiesa per ottenere il cessate il fuoco fra Ucraina e Russia non è certo terminata, anche se i risultati in questi anni non sono ancora soddisfacenti per il Vaticano. Durante il suo viaggio in Ucraina lo scorso fine luglio, il Segretario di Stato ha incontrato da vicino la ferita bruciante della popolazione travolta dalla guerra. Anche nel buio più profondo, nella presenza più forte del maligno, la fiammella di speranza non deve mai spegnersi secondo la Chiesa: allo stesso modo di Parolin, anche il n.1 della CEI invitava appena lo scorso Ferragosto (nel corso della telefonata con il delegato del Governo cinese) a fare molto di più per spingere Kiev e Mosca alla pace. La”missione speciale” per negoziare la pace non è finita e lo scambio dei prigionieri è lo spunto base, fondamentale, per mantenere un contatto stabile su cui costruire la tregua, si spera il più vicino possibile.





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