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Instagram ‘protetto’: un cambio culturale o solo una mossa commerciale?



Per i colossi del Web i nostri figli sono tutti “bambini prodigio”, già sui social a meno di 7 anni.

Nonostante gli appelli, le petizioni e il dibattito istituzionale (nonché autoreferenziale) sulla tutela dei minori online la corsa ai baby utenti non sembra trovare sosta. L'ultima novità è Instagram per i teenager.

Novità non tanto sulla presenza di bambini e preadolescenti sui social, bensì sulle strategie e sugli strumenti del “fratello minore di Instagram” in difesa degli utenti più piccoli. Meta, il Gruppo che guida anche Facebook e whatsapp, promette un ambiente digitale protetto, a prova di infanzia. Il problema però, come sostiene da tempo la Fondazione Carolina, è culturale più che tecnologico. Posto che gli algoritmi deputati alla selezione dei contenuti funzionano (pur con tutti i dubbi del caso), ma perché dobbiamo dare per forza per scontata la presenza di minori online? La domanda che rivolgiamo da anni alle istituzioni e ai colossi del web è sempre e solo questa: PERCHE'? Perché un ragazzino DEVE stare per forza davanti ad uno schermo quando avrà tutta la vita per farlo? Perché la sua immagine DEVE essere online? Sinceramente non ne abbracciamo il bisogno, se non di natura commerciale. “Prendiamoli da piccoli”, verrebbe da dire… Oppure: “Piccoli utenti crescono”, decidete voi.

Il problema, però, non è di chi vende, ma di coloro che comprano. La grande parte dei genitori, quasi certamente, scaricherà la nuova applicazione sul proprio smartphone o, peggio, su quello del figliolo o della figlioletta.

La verità è che tablet e smartphone rappresentano le nuove foglie di fico di chi dovrebbe avere l'onere e l'onore di educare. Del resto siamo troppo indulgenti e distratti per accompagnare i nostri figli lungo un complesso e straordinario percorso di crescita.

Fondazione Carolina lavora perché ogni adulto con responsabilità educativa abbia: consapevolezza, strumenti e volontà di condividere valori, regole e sogni a beneficio delle giovani generazioni. Adolescente che invece, il più delle volte, scoprono il mondo da sé, ma senza viverlo, se non attraverso uno schermo. Una convinzione supportata dalle tante richieste di aiuto a fronte di disturbi e dipendenze online. A conferma di quanto l'infanzia non sia un file da scaricare, bensì un diritto inalienabile di tutti i bambini.

Ivano Zoppi
Segretario generale
Fondazione Carolina





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