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Zelensky, missione Usa. Visita da Trump e Harris per il “piano della vittoria”




Volodymyr Zelenskyj ha ultimato i dettagli del suo «piano per la vittoria», e si appresta a volare negli Usa per presentarlo a Joe Bidenma anche a Kamala Harris e Donald Trumpcandidati a succedergli alla Casa Bianca a partire da gennaio.

«Il piano è stato pienamente preparato, la cosa più importante ora è la determinazione ad attuarlo. Non c'è e non ci può essere alcuna alternativa alla pace, nessuna congelamento della guerra o altre manipolazioni che non farebbero altro che allontanare l'aggressione russa», ha detto il leader ucraino, ribadendo che gli aspetti «militari, politici, diplomatici ed economici» sono stati definiti.

La settimana prossima Zelenskyj sarà prima a New York per partecipare all'Assemblea Generale dell'Onu, quindi si recherà a Washington, dove giovedì ha in programma di incontro alla Casa Bianca sia il comandante in capo che (separatamente) la vicepresidente e candidata democratica.

«I leader discuteranno dello stato della guerra tra Russia e Ucraina, inclusa la pianificazione strategica di Kiev e il sostegno degli Usa nella sua difesa contro l'aggressione di Mosca – ha spiegato la portavoce Karine Jean-Pierre – Biden e Harris sottolineeranno il loro incrollabile impegno a stare al fianco dell'Ucraina finché non prevarrà in questa guerra».

Il magnate, da parte sua, ha detto che «probabilmente» incontrerà Zelenskyj durante la sua missione americana, senza aggiungere ulteriori dettagli. Il piano del presidente ucraino promette di portare a una «vera e giusta pace», ma Kiev finora ha tenuto la bocca cucita sui dettagli della sua strategia. A oltre 900 giorni dall'inizio della guerra molti osservatori sono scettici sulla possibilità di vederne la fine all'orizzonte, ma Washington crede ancora in una soluzione pacifica. «Non abbiamo mai perso la speranza di trovare una via per la pace, il presidente Biden ha lavorato su questo per oltre due anni. Abbiamo visto il piano di pace di Zelenskyj. Pensiamo che stabilisca una strategia che può funzionare», ha spiegato l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield.

«Dobbiamo vedere come possiamo promuoverlo mentre ci impegniamo con tutti i leader qui a New York – ha aggiunto – Abbiamo la speranza di fare qualche progresso e siamo qui per questo». Riguardo un possibile negoziato di pace, il segretario generale uscente della Nato Jens Stoltenberg ha detto che «non si può avere una Minsk 3, ci deve essere un qualcosa di credibile». «Dobbiamo armare gli ucraini in modo che possano fermare la Russia, al contrario di quanto abbiamo fatto dopo il 2014 – ha sottolineato – E poi sulle garanzie di sicurezza, possiamo discutere i dettagli, ma ci devono essere. E infine per l'ingresso di Kiev nella Nato, credo che Putin non cambierà idea, vuole controllare l'Ucraina».

Stoltenberg ha poi precisato che è Mosca «ad avere la responsabilità per il fallito dialogo, perché noi davvero ci abbiamo provato». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da parte sua, si è definito «favorevole a una conferenza di pace alla quale, come ha detto lo stesso Zelensky, dovrebbe partecipare la Russia e anche la Cina».

«Ritengo però che Mosca deve presentarsi alla conferenza non con la soluzione – resa o sconfitta dell'Ucraina – perché altrimenti non sarebbe un accordo di pace», ha continuato, ribadendo che «noi siamo dalla parte dell'Ucraina, continueremo ad aiutarla politicamente, finanziariamente e anche militarmente, ma non siamo in guerra con la Russia».



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