Economia Finanza

Francia: l’Eliseo annuncia il nuovo governo Barnier


Il governo Barnier è nato. Il primo ministro ha annunciato ieri, a sedici giorni dalla sua nomina la lista dei ministri, ma non ha sciolto i dubbi sulla tenuta dell'esecutivo. Le perplessità che avevano espresso negli ultimissimi giorni le forze politiche centriste, macroniani e democratici che pure sostengono il governo, non sembrano aver avuto una risposta netta. Anche il Rassemblement national, dopo aver garantito che – a differenza della sinistra – non avrebbe presentato una mozione di censura prima di aver valutato il programma, ora sta facendo fa pesare il proprio piccolo potere di interdizione.

Macroniani e democratici non sono riusciti così a convincere Michel Barnier a rinunciare alla nomina di Bruno Retailleau, giudicato troppo conservatore soprattutto sul piano dei diritti, come ministro degli Interni. Laurence Garnier, inizialmente indicata ministro delegato (in sostanza sottosegretaria) alla Famiglia, malgrado le sue “chiusure” su matrimonio tra omosessuali, aborto e fecondazione assistita per le coppie gay, sarà invece segretaria di Stato ai Consumi.

Il presidente della repubblica Emmanuel Macron ha ottenuto che il ministro della Difesa uscente, Sébastien Lecornu, fosse confermato. Gli Affari esteri, dicastero finora occupato da Stéphane Sejourné, indicato come commissario europeo al posto di Thierry Breton, sono stati affidati al democratico Jean-Noël Barrot, finora presidente della Commissione Esteri dell'Assemblée. Anche il ministero dell'Economia e delle Finanze, che a un certo punto sembrava essere stato diviso in due, è stato affidato a un macroniano, Antoine Armand, finora presidente della commissione Affari economici dell'Assemblée. Analogamente il Lavoro è stato affidato ad Astrid Panosyan-Bouvet, collaboratrice di Macron fin dal 2017 ed ex socialista. Agnès Pannier-Runacher, sottosegretaria nel governo Attal, è invece ministra della Transizione ecologica e dell'Energia, e Anne Genetet ministra dell'Educazione nazionale. La Sanità è stata affidata alla democratica, ma ex gollista, Geneviève Darrieussecq, medico e segretaria di Stato in precedenti governi. Portavoce sarà la deputata macroniana Maud Bregeon.

A sorpresa il ministero della Giustizia è stato affidato a Didier Migaud, finora Alto rappresentante per la trasparenza della vita pubblica, ma per lunghi anni deputato socialista. Barnier si è quindi di fatto piegato al veto dei lepenisti verso l'ex guardasigilli Eric Dupond-Moretti (oltre che verso il gollista Bertrand Xavier) ma con una scelta che in qualche modo “salva le apparenze” e potrebbe persino scontentare il Rassemblement national. Austero, sobrio, Migaud è l'opposto del suo predecessore, con il quale si era scontrato negli anni scorsi.

Oltre agli Interni, ai Républicains – che in una prima lista, bocciata da Macron, erano sovrarappresentati – andrà il ministero della Cultura, al quale è stata confermata Rachida Dati, “prestata”, non senza qualche contestazione, al governo Attal. Il dicastero dell'Insegnamento superiore e la ricerca è stato affidato a Patrick Hetzel, mentre all'Agricoltura – ministero strategico per i rapporti con l'estesa Francia delle campagnecontesa tra républicains e socialisti, insidiati dai lepenisti – c'è ora Annie Genevard. Completa la lista una lunga serie di ministri delegati e segretari di Stato. Il presidente Emmanuel Macron, che resta comunque presidente del consiglio dei ministri, ha convocato lunedì pomeriggio alle 15 il nuovo governo.



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