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Gli sconvolgenti risvolti dell’inchiesta Bergamini: “Se non torna con me lo faccio ammazzare”


A ordinare l'uccisione del calciatore sarebbe stata la fidanzata, “per salvare l'onore. Denis non voleva sposarla, lei era incinta e abortì a Londra” secondo la tesi dei magistrati




Giornalista

21 settembre – 10:21 – MILANO

“Isabella Internò ha fatto ammazzare Denis Bergamini per salvare l'onore, visto che il calciatore non voleva sposarla, nonostante fosse rimasta incinta e per questo aveva abortito, con in grembo un nascituro di cinque mesi, in una clinica a Londra”. Per i magistrati c'è il movente, ci sono le prove scientifiche e le testimonianze che inchiodano l'imputata alle sue responsabilità. Mancano solo gli esecutori materiali del delitto, coperti dalla sua omertà e da una serie di buchi incredibili (incapacità di chi indagava oppure altro?) messi in fila nei giorni successivi alla morte di Denis Bergamini, dando credito alla versione del suicidio senza motivo con ” un tuffo come in piscina”. Sono passati quasi 35 anni da quel piovoso 18 novembre 1989, quando l'allora ventisettenne centrocampista del Cosenza fu trovato cadavere vicino a un camion sulla statale 106, nei pressi di Roseto Capo Spulico. Ieri la Procura di Castrovillari ha chiuso il cerchio nel processo, chiedendo 23 anni di carcere per l'ex fidanzata. L'accusa è omicidio volontario in concorso con ignoti.

la richiesta

Una requisitoria divisa in due giorni che ha visto alternarsi il procuratore capo Alessandro D'Alessio e il pm Luca Primicerio. Una requisitoria lucida, dettagliata e appassionata. Una requisitoria che ha ripercorso l'intera vicenda, non facendo sconti e spiegando perché un processo indiziario è sfociato in una richiesta chiara di condanna, compresa di due aggravanti: premeditazione e motivi abietti o futili. Una requisitoria immagini che ha sconvolto e commosso le persone presenti nel tribunale di Cosenza in un'aula stracolma, quando sono state mostrate le del cadavere di Bergamini, riesumato nel 2017 e trovato sorprendentemente integro, corificato come fosse di cuoio. “Sembrava ci aveva aspettato. Il suo corpo ha parlato”. Ha parlato attraverso gli accertamenti medico-legali condivisi e accettati da tutte le parti in causa (anche dalla difesa), perizie che hanno spiegato come Bergamini sia morto per asfissia meccanica, soffocato in modo soft (probabilmente dopo essere stato narcotizzato) con un sacchetto di plastica oppure una sciarpa. Solo dopo è stato, secondo la Procura, messo sull'asfalto per essere sormontato in modo parziale dal camion, così da inscenare un suicidio.

Donato 'Denis' Bergamini osannato dai tifosi in una foto di archivio. Oggi, 22 aprile 2012, il 'Quotidiano della Calabria' scrive di una perizia redatta nel 1990 dal medico legale Francesco Maria Avato e, secondo il giornale, ignorata dai magistrati. Secondo racconto perizia, il calciatore del Cosenza nel 1989 non si suicido' facendosi investire da un camion ma in realtà fu evirato e morì dissanguato. ANSA

la prima autopsia

La verità, però era già emersa dalla prima autopsia del gennaio 1990, ignorata dagli inquirenti. Una verità ribadita dai Ris nel 2013, quando l'inchiesta era stata riaperta una prima volta. Ma sono dovuti altri passare 11 anni e una seconda indagine per arrivare a una richiesta di condanna. Deve morire “Internò – ha spiegato D'Alessio – ha agito con persone in corso di identificazione. Non meriterebbe le attenuanti, è colpevole di 35 anni di ritardi. Ha tradito l'affetto che il ragazzo aveva per lei, ha esasperato il rapporto e pur di salvare l'onore non ha esitato ad agire come sappiamo. Per il tempo trascorso, però, merita le attenuanti generiche e per questo invece dell'ergastolo, bastano 23 anni di reclusione”. Il pm, dopo aver chiesto il rinvio degli atti per falsa testimonianza per sette persone, compresi Raffaele Pisano (autista del camion) e Roberto e Dino Pippo Internò, cugini dell'imputata (55 anni, sposata con un poliziotto e mamma di due figli) , ha messo in evidenza la gelosia ossessiva della donna. “Dopo l'aborto, pretendeva un matrimonio riparatore, mentre Bergamini, pur volendo tenere il bambino, non avrebbe mai voluto sposarla a causa del suo carattere ossessivo. Internò lo stalkerizzava e ha continuato a farlo fino alla fine, nonostante la loro relazione fosse chiusa da mesi». Molto spazio è stato dato alle dichiarazioni di Tiziana Rota, moglie del calciatore Maurizio Lucchetti (compagno di Bergamini) e amica intima in quegli anni della Internò «Lei era troppo morbosa non voleva sposarla Il padre non sapeva nulla, neanche che se fossero lasciati».

Denis Bergamini in una foto d'archivio. ANSA

“Lo faccio ammazzare, mi ha disonorata”

Poi la rivelazione: dodici giorni prima della morte di Bergamini, le due amiche si incontrarono in una pasticceria. La Rota ha fatto mettere a verbale la sua testimonianza a Crema, rifiutandosi di scendere a Cosenza per paura di ritorsioni. Le parole pronunciate dall'ex fidanzata sono eloquenti: “Tizia', l'ho perso (Bergamini, ndr). Stavolta per sempre… Ma è un uomo morto, se non torna con me lo faccio ammazzare. Mi ha disonorata, deve tornare da me perché io lo faccio ammazzare… Tu non puoi capire, sei del Nord”. In seguito, sempre secondo il racconto della Rota, l'imputata le avrebbe chiesto di chiudere la bocca per paura dei cugini, arrivati ​​nel bar. “Se sanno che Denis non sta più con me, lo uccidono”. E infine, poche settimane dopo la morte di Bergamini, la Internò andò dall'amica a Salerno. “Le chiesi come stava e cosa pensava di quello che era accaduto a Denis. 'È giusto così', rispose”. Un'altra giustizia pronuncerà la sua sentenza il prossimo primo ottobre.





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