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Il Papa: «Prenderci cura dei deboli ci fa grandi»



Il dolore del Papa per l'assassinio, in Honduras, di Juan Antonio Lopez, «delegato per la Parola di Dio, coordinatore della pastorale sociale della Diocesi di Trujillo e membro fondatore della pastorale dell'ecologia integrale in Honduras. Mi unico al lutto di quella Chiesa», dice Francesco, «e alla condanna di ogni forma di violenza. Sono vicino a quanti vedono calpestati i propri diritti elementari ea quelli che si impegnano per il bene comune in risposta al grido dei poveri e della terra.fortemente impegnato nella pastorale e difensore degli ultimi e dell'ambiente». E poi la richiesta di un maggior impegno per difendere la dignità di chi è finito in carcere e per ascoltare la richiesta di pace che viene dai popoli. Francesco continua a pregare per l'Ucraina, per la Palestina e Israele, per il Myanmar e per tutti i Paesi in cui c'è ancora guerra. Prima, aveva spiegato il Vangelo del giorno per sottolineare che «bisogna farsi piccoli per essere grandi. Nel brano di Marco, il silenzio dei discepoli, quando Gesù chiede loro di cosa stanno parlando, indica la loro vergogna. Hanno vergogna perché «discutevano su chi fosse il più grande». E così, commenta Francesco, «mentre Gesù confidava loro il senso della propria vita, essi parlavano di potere. E così adesso la vergogna chiudendo la loro bocca, come prima l'orgoglio aveva chiuso il loro cuore». Eppure Gesù «risponde apertamente ai discorsi sussurrati lungo la strada: “Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo”». Vuoi essere grande?, insiste il Papa, «Fatti piccolo, mettiti a servizio di tutti. E con una parola tanto semplice quanto decisiva, Gesù rinnova il nostro modo di vivere. Ci insegna che il vero potere non sta nel dominio dei più forti, ma nella cura dei più deboli. Il vero potere è prendersi cura dei più deboli. Questo ti fa grande. Ecco perché il Maestro chiama un bambino, lo mette in mezzo ai discepoli e lo abbraccia, dicendo: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me”». Un bambino «non ha potere, il bambino ha bisogno. Quando ci prendiamo cura dell'uomo, riconosciamo che l'uomo ha sempre bisogno di vita. Noi, tutti noi, siamo vivi perché siamo stati accolti, ma il potere ci fa dimenticare questa verità. Tu sei vivo perché sei stato accolto. Allora diventiamo dominatori, non servitori, ei primi a soffrirne sono proprio gli ultimi: i piccoli, i deboli ei poveri».

Si rivolge a tutti il ​​Pontefice per dire «Fratelli e sorelle quante persone, quante sofferenze e muoiono per lotte di potere! Sono vite che il mondo rifiuta, come ha rifiutato Gesù, che non entra lì e muoiono. Quando venne consegnato nelle mani degli uomini, Egli non trovò un abbraccio, ma una croce. Il Vangelo resta tuttavia parola viva e piena di speranza: Colui che è stato rifiutato, è risorto, è il Signore! Adesso questa bella domenica possiamo chiederci: quindi riconoscere il volto di Gesù nei più piccoli? Mi prendo cura del prossimo, servendo con generosità? E ringrazio chi si prende cura di me? Preghiamo insieme Maria, per essere come lei liberi dalla vanagloria e pronti nel servizio».





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