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Bando ai software e hardware cinesi sui veicoli in America: arriva la proposta ufficiale


L'amministrazione Biden vuole impedire che ci sia componentistica cinese su veicoli circolanti negli Stati Uniti. L'obiettivo è trasformare la proposta in legge entro il 20 gennaio 2025, prima che il presidente lasci il posto al suo successore

Marco Bruckner

23 settembre – 18:12 – MILANO

L'amministrazione di Joe Biden prova a sferrare un altro colpo all'industria automobilistica cinese. Dopo aver imposto dazi al 100% sulle auto elettriche prodotte a Pechino, in data 23 settembre 2024 il dipartimento del Commercio di Washington ha proposto di vietare ai produttori l'installazione di software e hardware cinesi su veicoli destinati al mercato statunitense. Una misura che spiazzerebbe non solo le case auto cinesi ma anche quelle americane, che sarebbero chiamate nei prossimi anni a sostituire i software e hardware cinesi sui propri modelli. Le ragioni che hanno portato a formulare questa proposta non sono solo di mercato, ma anche di sicurezza nazionale. Sono due le preoccupazioni principali della casa bianca: la possibile raccolta di dati che le aziende cinesi potrebbero effettuare su conducenti e infrastrutture americane tramite i veicoli connessi e la potenziale manipolazione straniera di veicoli collegati a internet e sistemi di navigazione. Nel caso in cui la proposta passasse, la Cina non sarebbe il solo Paese colpito: anche le componenti russe verrebbero messe al bando.

sicurezza nazionale

Come anticipato, l'offensiva dell'amministrazione Biden riguardo le componenti cinesi è da analizzare anche in ottica di sicurezza nazionale. Così la segretaria al commercio degli Usa, Gina Raimondo: “Quando gli avversari stranieri costruiscono software per un veicolo, significa che può essere utilizzato per la sorveglianza o controllato a distanza, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza degli americani sulle strade”. Un problema che riguarda dati sensibili e privacy dunquema non solo: “In una situazione estrema, un avversario straniero potrebbe bloccare o prendere il controllo di tutti i veicoli operanti negli Stati Uniti contemporaneamente, causando incidenti e bloccando le strade”, ha aggiunto Raimondo. Ma quanto è grande la presenza di veicoli importati dalla Cina negli Stati Uniti? In realtà non si tratta di una grossa fetta di mercato, ma la proposta americana vuole stroncare sul nascere i rischi citati in precedenza: “Non aspetteremo che le nostre strade siano piene di auto cinesi e il rischio diventi estremamente significativo prima di agire”, ha – sottolinea sempre Raimondo.

la reazione di pechino

Non poteva essere positiva la risposta di Pechino a questa proposta. L'industria automobilistica cinese si ritrova ad affrontare un'altra importante questione politica, l'ennesima in questi mesi. Dopo i dazi imposti dall'Unione europea e quelli americani, la nuova proposta di Washington potrebbe rendere molto difficile ai marchi cinesi l'accesso a uno dei mercati più importanti del mondo. Questo il commento dell'ambasciata cinese: “La Cina invita gli Stati Uniti a rispettare seriamente i principi di mercato e le regole del commercio internazionale, creando condizioni di parità per le aziende di tutti i paesi. La Cina difenderà fermamente i propri diritti e interessi legittimo».

la data

L'obiettivo della Casa Bianca è di trasformare la proposta in legge entro il 20 gennaio 2025ovvero prima che Joe Biden lasci il posto di presidente a Kamala Harris o a Donald Trump. Se dovesse essere confermato, il divieto per i software cinesi sarebbe in vigore per il model year 2027, mentre quello per gli hardware per il model year 2030 o da gennaio 2029. L'Alleanza per l'innovazione automobilistica, un gruppo che rappresenta grandi marchi auto negli Stati Uniti, tra cui General Motors, Toyota, Volkswagen e Hyundai, ha dichiarato che il ricambio di software e hardware cinesi richiederanno del tempo. Lo stesso gruppo non ha specificato in che percentuale i componenti di produzione cinese siano presenti sui veicoli americani.





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