News

La pace, l’Europa e la riforma della Chiesa, aperto il Consiglio della Cei



«Il nostro pensiero va a quanti sono stati colpiti dall'alluvione e dalle esondazioni in Emilia Romagna e nelle Marche. Ci stringiamo alle comunità locali che, a distanza di poco tempo, si trovano a vivere un altro dramma». Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, apre i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, riunito a Roma fino al 25 settembre, rivolgendo un pensiero a quanti sono alle prese con una nuova onda di fango e invita a pregare « per quanti sono in angoscia, perché possano continuare a guardare con fiducia al domani, anche quando tutto sembra, ancora una volta, perduto» E chiede «alle istituzioni di intervenire, con tempestività ed efficacia, a sostegno delle famiglie e del territorio che ha mostrato , di nuovo, tutta la sua fragilità: le accuse vicendevoli ei proclami lascino il posto a misure adeguate, scelte lungimiranti e azioni concrete». Nella sua lunga prolusione il cardinale parla anche della guerra e dei diritti dei migranti, di parità scolastica e ruolo dell'Europa. A questo proposito auspica che essa «resti fedele alla sua vocazione al dialogo e alla pace. La politica fa – anzi, deve fare – i suoi percorsi. Ma nella nostra prospettiva di credenti, i cittadini europei hanno bisogno oggi più che mai di riappropriarsi di quella storia e di quella cultura che ha fatto grandi le terre europee». Il presidente della Cei ricorda anche che «occorre tenere lo sguardo su alcuni dati importanti che riguardano oggi il nostro Continente: l'invecchiamento della popolazione, le povertà, il fenomeno migratorio, il secolarismo e l'individualismo». Il cardinale pensa, «mentre si affrontano i problemi contingenti» a una «discussione più ampia: una “Camaldoli per l'Europa” per parlare di democrazia ed Europa».

Sul fronte interno alla Chiesa non esita a parlare di «alcune prassi e regole ecclesiali che non si adattano più alla realtà e vanno per questo riscritte. È il tempo di essere propositivi e concreti nell'impostare la riforma della Cei», sottolinea parlando anche di «una possibile riforma dello Statuto». Inoltre, citando il Cammino sinodale delle Chiese in Italia e la prima Assemblea sinodale nazionale che si celebrerà dal 15 al 17 novembre (oltre che la seconda sessione del Sinodo dei vescovi che si apre il 2 ottobre) il cardinale ha ribadito che «tanti uomini e donne stanno mettendo cuore e mente per realizzare il sogno di una Chiesa sinodale e missionaria e, quindi, più accogliente, aperta, snella, capace di camminare con le persone, umile». Occorre «affrontare anche le questioni ecclesiali più delicate e nuove con coraggio e intelligenza». Tra queste anche «il tema dell'esercizio dell'autorità nella Chiesa che richiede per tutti la decisione, sempre rinnovata, di servire, di donare sé stessi. Si pone la questione dell'esercizio del ministero di guida del vescovo in diocesi, come anche del ruolo della Cei nei confronti delle Chiese locali. Abbiamo bisogno di concretizzare in termini pastorali e anche giuridici le riflessioni che riguardano ad esempio il binomio consultivo-deliberativo, chiarendo la necessità di un discernimento comunitario maturo per preparare le scelte più delicate che competono ai vescovi». Inoltre ha ricordato che «i delegati del Sinodo si stanno confrontando apertamente infatti anche su temi più rilevanti per noi come la trasparenza, il rendiconto, la valutazione esterna nei processi decisionali».





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *