A Torino scuole in affanno per le supplenze. I presidi: “Siamo già allo stremo, arrivano migliaia di curriculum per ogni posto” – Orizzonte Scuola Notizie
Il nuovo sistema di reclutamento per le supplenze scolastiche sta creando notevoli difficoltà alle scuole di Torino, in particolare alla scuola primaria ea quella media.
Come è noto, il Ministero ha modificato le modalità di chiamata per le supplenze brevi, sostituendo le tradizionali MAD con un sistema di interpelli pubblicati sui siti web delle scuole. Il cambiamento, volto a garantire maggiore trasparenza, sta però mettendo a dura prova i dirigenti scolastici e segreterie.
Il problema principale è l'enorme mole di candidature che arrivano per ogni posto disponibile. La preside Letizia Adduci dell'istituto Gozzi Olivetti racconta a La Stampa: “Ho aperto le candidature per due supplenze di sostegno e in mezz'ora mi sono arrivate oltre quattrocento risposte”. Gestire questa quantità di domande richiede giorni di lavoro per analizzarle una a una.
La situazione è aggravata dalla possibilità per chiunque di candidarsi da qualsiasi regione, senza una preselezione iniziale. Questo porta ad avere candidatura anche da persone non qualificate, come denuncia Paola De Faveri, sindacalista della Uil Scuola: “Tra le candidature si trova davvero di tutto: c'è gente che si improvvisa docente pensando che nella scuola ci sia posto per qualunque disoccupato”.
Le tempistiche sono un altro nodo critico. I docenti selezionati hanno 24 ore per rispondere e altre 24 per prendere servizio. Questo rende difficile coprire supplenze brevi, come spiega la presidente Monica Rosso: “A volte c'è bisogno di un sostituto per tre giorni, ma se ci metto tre giorni solo per individuare un supplemento e chiaro che c'è un problema”.
Le segreterie scolastiche, già sottodimensionate, sono al collasso. Devono gestire non solo la selezione, ma anche eventuali richieste di accesso agli atti e ricorsi da parte dei non selezionati.
I sindacati sono divisi sulla questione. La Flc Cgil chiede una revisione del sistema, mentre l'Anief lo difende per la maggiore trasparenza.
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