Economia Finanza

La prima stretta del governo Barnier: “Stop agli ingressi illegali”




«Niente spacconate», «non vantatevi», «siate irreprensibili e umili», perché è sempre meglio «agire più che comunicare» e «agire prima di comunicare». Due mesi e mezzo dopo le elezioni legislative del 7 luglio, il neo premier francese Michel Barnier ha elargito ieri i consigli essenziali alla sua squadra di governo, durante il primo consiglio dei ministri del nuovo esecutivo francese che si è svolto ieri all'Eliseo, alla presenza del presidente Emmanuel Macron, dopo il passaggio di consegne con i precedenti ministeri. Il capo dello Stato ha spiegato che «un tempo nuovo si apre per il Paese» e ha promesso: «Sarò lì per aiutarvi a riuscire». L'invito è simile a quello di Barnier, che chiede al suo team di volare basso, ma suona quasi come un paradosso per un presidente accusato spesso di arroganza e supponenza: «Date prova di umiltà e spirito di dialogo fra voi e con i francesi che non hanno fatto questa scelta», dice Macron. «Il Paese ha bisogno di audacia, progetti e ambizione», ma indispensabile è «mantenere un approccio di compromesso», insiste il capo dello Stato.

Presidente e premier sono entrambi consapevoli di quanto la strada sarà in salita per il nuovo governo, tra richiami dell'Ue per il debito pubblico troppo alto, la necessità dell'adozione urgente della legge di bilancio del 2025 e la minaccia di un voto di sfiducia in Parlamento. Barnier ha promesso un governo «repubblicano, progressista ed europeo» e ha chiesto ai suoi 39 ministri «di rispettare tutti i concittadini e tutti i partiti politici e ascoltare tutti».

Il suo team, intanto, scalda i motori annunciando le nuove linee di governo. «Mettere un colpo d'arresto agli ingressi illegali», promette il nuovo ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau. «Deburocratizzare» è l'impegno che prende il neo ministro della Funzione pubblica, Guillaume Kasbarian. «Una riforma delle pensioni più sostenibile per tutti, che risponde alle ansie che ha generato, in particolare fra le donne», annuncia la ministra del Lavoro Astrid Panosyan-Bouvet. È la conferma di un'esecutiva che si è spostata ancora più a destra dopo le elezioni anticipate volute da Macron a luglio, in seguito al successo del Rassemblement National di Marine Le Pen alle elezioni europee e nonostante il «Nuovo fronte repubblicano» si sia attestato come primo blocco in Parlamento.

«Una linea reazionaria» la definisce la deputata macronista Stella Dupont, simbolo del dissenso interno anche al

partito di Macron. La scommessa è quanto questo governo durerà, minacciato dalle movimento di censura della sinistra, dall'estrema destra di Eric Ciotti e appeso all'appoggio incerto del Rassemblement national di Marine Le Pen.



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