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«Serve un nuovo patto tra evangelizzazione e ricerca scientifica»


In coincidenza con la Notte europea dei ricercatori, il 27 settembre, la diocesi di Teramo-Atri insieme all'Università di Teramo propone una serie di appuntamenti. Alle ore 18 monsignore Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri, presiede la Santa Messa dei ricercatori, presso la parrocchia di S. Gabriele dell'Addolorata (Colleparco). Alle ore 20 segue la presentazione degli atti del secondo Meeting “La scienza per la pace” con i saluti del professore Dino Mastrocola, magnifico Rettore dell'Università degli di Teramo, e di monsignor Leuzzi, seguiti dall'intervento di monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze e delle scienze sociali. Alle ore 21 si proseguirà con la Notte dei ricercatori.

Dal 26 al 28 settembre presso il campus universitario A. Saliceti, si svolgono il VII Forum internazionale del Gran Sasso e la VI Conferenza del partenariato euro-africano, sul tema “La carità intellettuale per lo sviluppo dei popoli”. Nel presentare le iniziative, monsignor Leuzzi ha spiegato che «in continuità con il Forum dello scorso anno, il tema scelto propone alle comunità accademiche e scientifiche di aprire nuovi orizzonti non solo di collaborazione, ma di inserimento delle proprie attività di ricerca nel contesto contemporaneo. La prospettiva della carità intellettuale interpella innanzitutto la vocazione e la missione del ricercatore e sollecita il superamento di una finalità puramente intra accademica per aprirla alle nuove attese del cambiamento d'epoca».

Monsignor Leuzzi, come si può definire la carità intellettuale e in che modo si ricollega allo sviluppo dei popoli?

«La carità intellettuale è una delle tre forme di carità, insieme a quella samaritana e politica. Forse la meno conosciuta, di cui si sente la mancanza, soprattutto nel frangente storico che stiamo vivendo. Papa Francesco nel messaggio inviato lo scorso anno ai partecipanti al convegno “La scienza per la Pace” aveva rilanciato la proposta del beato Rosmini: “essere uomini e donne di scienza è una vocazione e, insieme, una forma specifica di carità: quella intellettuale” . È la risposta all'invito di papa Paolo VI il quale, nell'Enciclica Progressi popolario affermava che “Il mondo soffre per la mancanza di pensiero”. La carità intellettuale è la via privilegiata e insostituibile per promuovere lo sviluppo dei popoli. È necessario riallacciare il legame tra carità intellettuale e animazione sociale per avviare percorsi di crescita e di sviluppo per tutti».

La cooperazione internazionale così come è oggi è efficiente ed efficace per promuovere il ritmo e lo sviluppo o necessita di cambiamenti strutturali?

«Senza la carità intellettuale non può svilupparsi e progredire una vera cooperazione internazionale. Nel cambiamento d'epoca che stiamo vivendo, la dimensione internazionale non ha solo una funzione politica, ma è parte integrante della conoscenza della realtà storica che, a differenza dell'epoca del cambiamento, può essere compresa e servita solo in una prospettiva globale. È necessario e urgente sviluppare la cooperazione universitaria affinché favorisca non solo lo scambio dei progetti di ricerca, ma anche la condivisione dei percorsi socio-culturali permettendo di conoscere in profondità le vere dinamiche del cammino dei popoli evitando ogni forma di emarginazione e di strumentalizzazione ideologica. Le istituzioni accademiche e di ricerca sono chiamate a svolgere un ruolo prioritario e insostituibile nel promuovere lo sviluppo culturale dei popoli, senza il quale non sarà possibile avviare percorsi di pace e di rinnovamento strutturale».

Cos'ha da dire e da proporre la Chiesa cattolica a chi si occupa della ricerca scientifica e tecnologica?

«Anzitutto siamo chiamati ad accompagnare tutti coloro che sono impegnati nella ricerca scientifica. È una vocazione e una missione. Nel cambiamento d'epoca la conoscenza è via privilegiata per avviare percorsi di speranza. Più volte papà Francesco ha ricordato la necessità di riaffermare il primato della realtà sull'idea. Le comunità ecclesiali devono essere luogo dove si sviluppano percorsi formativi capaci di suscitare il desiderio di conoscere. Nella Chiesa la carità intellettuale deve essere condivisa da tutti i battezzati invitandoli a non aver paura di cercare e di capire. Il Risorto li accompagna e li aiuta a non spaventarsi di fronte alle difficoltà del conoscere: è la pazienza di chi cerca per servire. Nel cambiamento d'epoca la scienza e la tecnologia rischiano di essere strumentalizzate da prospettive anti-realistiche che ridimensionano, fino ad annullarla, la soggettività storica dell'uomo. Insieme alla carità samaritana e politica, quella intellettuale non è riservata agli addetti alla ricerca, ma deve diventare uno stile di vita che permette a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo di essere costruttori e non semplici spettatori. È urgente rinnovare un nuovo rapporto tra evangelizzazione e ricerca scientifica: insieme sarà possibile aprire nuovi orizzonti di sviluppo per tutti. Il punto di convergenza e di collaborazione, pur nella separazione e autonomia, è la realtà: la Chiesa è una realtà storica e non un'associazione religiosa o sociale, come ricorda spesso papa Francesco».





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