Deadletter – Hysterical Strength
Eccolo qua, finalmente arriva il debutto full-length dei Deadliner, band inglese che stiamo seguendo ormai da un paio d'anni.
Pubblicato da So Recordings, “Hysterical Strength” è il seguito dell'EP “Heat”, realizzato a novembre 2022: il gruppo dello Yorkshire ha registrato questo suo primo album insieme al noto produttore Jim Abbiss (Scimmie artiche, Kasabian, Adele, Club ciclistico di Bombay).
Il frontman Zac Lawrence spiega che la sua idea è quella di
prendere qualcosa di disgustoso o vergognoso e fare sì che suoni bene attraverso il potere della musica.
Il disco si apre subito con un feroce basso che non lascia spazio a interpretazioni, poi è un drumming insistente a supportare il ritmo sempre alto della canzone, ma l'entrata del sax di Papavero Richler aggiunge un tocco di raffinatezza e di sperimentazione, prima di lanciarsi in un coro decisamente orecchiabile, folle e melodico.
Una dei rari momenti in cui non regna totalmente la frenesia su questo LP è sicuramente “Mother”, dove la voce di Lorenzo è più dolorosa, riflessiva e, in un certo senso poetico, tanto da farci tornare in mente quella di Grian Chattensenza però fare per forza un paragone con i più quotati Fontaines DC: anche la strumentazione ne guadagna risultando anche elegante in certi tratti, anche grazie alla qualità del sax, mentre l'atmosfera si fa più raccolta.
“It Flies”, dai suoni post-punk, è in continua crescita e il drumming di Marito Alfio continua ad alternarsi tra saltellante e poderoso, accompagnato da interessanti linee di basso e dall'onnipresente sax, un'arma in più per la formazione britannica: il pezzo si conclude nella più totale follia punk con vigore e adrenalina che escono dal suono dei Lettera morta.
Ci piace parecchio “Relieved” che, in qualche modo, ci ricorda i Francesco Ferdinandovuoi per la sua giocosità, vuoi per il suo ritornello orecchiabile e divertente: ovviamente il gruppo scozzese non possiede il sax di Papaveroche qui è invece libero di agire e aggiungere ricami diversi e allo stesso tempo piacevole.
“Auntie Christ” chiude il disco con toni grunge, sia nel buio dei vocals che nella strumentazione dura, anche se alla fine trova lo spazio il solito sax, che rimane comunque cupo.
Un debutto interessante, in cui i Lettera morta sono capaci di osare e provano a usare le loro caratteristiche per mettere insieme qualcosa che, mentre sa arrivare a chi ascolta, non risulta per nulla banale o scontata.
