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Festival dello Sport, Jury Chechi: “Venite a Trento, vi insegno il Calisthenics”


Dal 10 al 13 ottobre al Gazzetta Active Village le lezioni con il grande campione

Furio Zara

26 settembre – 16:10 – MILANO

Jury Chechi, la 7ª edizione del Festival dello Sport si intitola Nati per vincere. In questo slogan riconosce la sua storia?
“In realtà sono nato per andare in bicicletta (passeggiata). Ho cominciato sulle due ruote, mio ​​padre era un grande appassionato e mi mise subito su una bici. Ma l'amore per la ginnastica artistica è stato più forte di tutto. Lì ho trovato la bellezza, il sacrificio, l'equilibrio, i sogni. E in tutti gli anni di attività ho pensato solo a vincere. Era un'ossessione. Ma quando ho smesso le cose sono cambiate. Da qualche tempo ho riscoperto il piacere puro di andare in bicicletta. In bici ti puoi prendere il lusso di pensare, di prendere del tempo per te”.

A Trento, dal 10 al 13 ottobre, la vedremo protagonista con la sua Accademia Jury Chechi. Insieme ad Andrea Valtorta, trainer e dell'Academy, offriamo un'esperienza di allenamento unica, il Calisthenics. Di cosa si tratta?
“È un metodo di allenamento che riprende l'attività della ginnastica artistica. È una disciplina aperta a tutti i livelli, sia per atleti alle prime armi, ma anche per atleti di livello intermedio e avanzato. In una palestra a cielo aperto – perché il Calisthenics è antro per strada, sui muretti, nei parchi – lavoriamo sulle tecniche e posizioni principalmente a corpo libero, agli anelli, alle parallele, alla sbarra L'obiettivo, attraverso esercizi guidati, è quello di attivare le abilità per aumentare la forza, l'equilibrio, il controllo e la stabilità”.

Quando è entrato nella sua vita il Calisthenics?
“Qualche anno fa, confrontandomi con ragazzi che la praticavano. L'idea era quella di dargli una struttura, un protocollo. Oggi la Jury Chechi Academy si avvale di quattro fondatori e una settantina di tecnici. Al Festival dello Sport partirà anche il primo campionato , diviso per categorie con una vera e propria classifica. Trento sarà la prima tappa, poi ci muoveremo anche in altre città, da Padova a Milano e altre ancora.

Calisthenicsin italiano Callisteniaè una parola greca, che si compone di Caldi, Bellezzae Stenos, Forza. Dove li ha trovati lei, praticando questa disciplina, la bellezza e la forza?
“La bellezza è nel gesto ginnico, così la forza. Ogni gesto ben fatto celebra l'eleganza del corpo ed esalta la potenza dell'uomo. E non c'è niente, per davvero, di più bello. E poi c'è il divertimento: quando capisci che il tuo corpo può fare cose che non immaginavi la gratificazione è massima. È una cosa che provavo all'inizio della mia carriera e che provo ora: in questo nulla è cambiato”.

Lezioni di Calisthenics con Giuria Chechi Festival di Trento

Lei è un'icona dello sport italiano. Il Signore degli anelli per eccellenza. Un esempio di libertà sportiva e armonia con se stessi. Ha smesso vent'anni fa, dopo l'Olimpiade di Atene del 2004: se si volta indietro cosa e chi vede?
“Sono già passati vent'anni (passeggiata). Se ripenso alla mia carriera vedo una persona che ha fatto scelte difficili e tanti sacrifici. Credo di essere riuscito a trasformare le criticità in opportunità. Questo mi è servito molto. Oggi sono un uomo appagato, sereno. Non ho più necessità di vincere e questo mi fa star bene: quando gareggiavo pensavo solo a quello”.

Il trionfo con l'oro ai Giochi di Atlanta 96, il rimpianto del bronzo di Atene 2004, gli infortuni che le hanno fatto saltare due Olimpiadi, gli stop, le ripartenze, i cinque ori Mondiali ei quattro Europei, tante altre medaglie. La sua è stata una carriera bellissima, lunga ma anche accidentata. Che bilancio può fare?
“Quando mi ripenso, mi rivedo in gara, e mi vedo felice, sugli anelli, vincente, come ad Atlanta. Ma non dimentico le sconfitte e la rabbia che ne è derivata. In ogni caso ho una certezza: se ho vinto qualcosa è perché ho perso tanto”.





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