Istruzione

Intelligenza Artificiale, parte la sperimentazione: “I miei docenti lavoreranno meglio e non di meno”. INTERVISTA alla Dirigente Daniela Perrone – Orizzonte Scuola Notizie


“Con l’intelligenza artificiale i miei docenti lavoreranno meglio e non di meno.” E gli alunni avranno una didattica più personalizzata. E ancora: “I ragazzi e i loro docenti saranno supportati nella didattica dall’uso di Google Work Space con l’ausilio di Gemini e il docente, dopo la spiegazione, avrà la possibilità di dare agli alunni compiti specifici in base alle loro caratteristiche o difficoltà personalizzando al massimo l’insegnamento”. Daniela Perrone è molto entusiasta del fatto che la scuola che dirige, l’Istituto comprensivo Platì-Careri-De Amicis, in Calabria, sia una delle poche scelte dal Ministero per l’avvio a partire da quest’anno di una sperimentazione dell’uso della IA come sostegno all’insegnamento.

L’Istituto comprensivo Platì-Careri-De Amicis conta novecento alunni e un centinaio di docenti, tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La scuola sorge negli omonimi comuni dell’entroterra della Locride, in provincia di Reggio Calabria a pochi chilometri dalla Costa jonica, dove sorgono i comuni di Bovalino e Bianco, verso Sud, e Ardone e Locri, verso Nord. L’istituto, nelle sue diramazioni, è frequentato da bambini e ragazzi provenienti da vari altri comuni limitrofi, tra cui Natile e Cirella. A fronte dei pregiudizi legati a vicende del secolo scorso e che ormai non hanno più senso ma che ancora vengono nutriti verso il contesto sociale di queste zone, vi è invece tra i giovani, ma anche tra i bambini e gli adulti, una grande voglia di affrancamento personale e sociale. I più giovani sono proiettati verso il futuro, pur tra mille difficoltà e interrogativi che talvolta non trovano risposta e in questa prospettiva la scuola può e deve rappresentare per loro la leva necessaria per un riscatto meritato. In questo contesto è comprensibile e degno di nota il grande fermento che si respira dopo che il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’esordio in classe dell’intelligenza artificiale. Un intervento che si aggiunge ai tanti progetti che animano la scuola specie dopo i finanziamenti arrivati di recente nelle scuole calabresi grazie soprattutto ad Agenza Sud e al PNRR ma non solo.

L’intelligenza artificiale, come avevamo riferito, sbarca dunque tra i banchi di scuola. Lo aveva annunciato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che aveva scelto il palcoscenico del Forum di Cernobbio per presentare il progetto pilota che partirà a settembre in quindici classi di quattro regioni italiane: Lombardia, Toscana, Lazio e Calabria. Nelle intenzioni dei promotori c’è l’obiettivo di colmare per quanto possibile il divario di apprendimento tra gli studenti. Si tratta di una sperimentazione che durerà due anni e che prevede l’utilizzo di un software installabile su Google Workspace, inizialmente focalizzato sulle materie STEM – scienze, tecnologia, ingegneria e matematica – e sulle lingue straniere. L’assistente virtuale sarà in grado di individuare le difficoltà di apprendimento dei singoli studenti e di segnalarle sia al docente che all’alunno stesso. A quel punto, il docente, adeguatamente formato, potrà intervenire in modo mirato per aiutare lo studente a superare le difficoltà. Un modello che si ispira agli studi di Benjamin Bloom che negli anni ’80 del secolo scorso aveva individuato delle evidenze sul fatto che gli apprendimenti migliorassero in modo significativo in presenza di un supporto individuale costante. La scommessa è ora quella di verificare se simili o anche più apprezzabili miglioramenti possano essere conseguiti con un supporto di intelligenza artificiale. Il gruppo di lavoro ministeriale che si sta occupando della sperimentazione assicura che tutto questo non porterà a surclassare il ruolo del docente il quale invece resterà al centro del processo.

Peraltro, “i docenti, non lavoreranno di meno ma lavoreranno meglio”, precisa la dirigente scolastica dell’istituto calabrese. Daniela Perrone lo dirige dal 2022 dopo che aveva trascorso i primi tre anni da preside in provincia di Bergamo. Fino al 31 agosto 2024 la scuola si chiamava IC De Amicis di Platì. A partire dal 1 settembre scorso, a causa dell’accorpamento di alcuni plessi dovuto alle operazioni di dimensionamento scolastico, la denominazione è stata sostituita con IC Platì Careri De Amicis. L’istituto è frequentato da circa 900 alunni e vi lavora un centinaio di docenti. Gli studenti che useranno il tool saranno16 della 2A e 15 della 2B di Platì, 6 alunni della 2C di Cirella e 15 alunni della 2D di Natile nuovo. I docenti che useranno il tool saranno 20.

Dirigente Daniela Perrone, com’è nata la scelta della sua scuola tra le altre scelte nelle quattro regioni?

“Per questo progetto ero stata contattata dal Mim che mi chiedeva se avevamo i requisiti tecnici per poter aderire a questa importante iniziativa. Appurato che c’era la possibilità tecnica l’ho poi comunicato e abbiamo proceduto. Il nostro Istituto – assieme ad altre due scuole della Calabria, l’Istituto tecnico Malafarina di Soverato e il Liceo Volta di Reggio Calabria – è stato scelto per l’avvio di questa nuova sperimentazione. Verrà per la prima volta applicata alla didattica l’intelligenza artificiale mediante l’assistenza virtuale durante le lezioni. Il ministro poi ha dato l’annuncio il 16 settembre a Cagliari in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico dicendo che questa sperimentazione avrebbe avuto inizio e poi estesa in altre regioni”.

In che cosa consiste l’intervento?

“La sperimentazione avverrà nelle classi seconde della scuola secondaria di primo grado: due classi utilizzeranno l’ambiente Google workspace ed una classe fungerà da reference. La sperimentazione avrà la durata di due anni e coinvolgerà le due classi seconde della scuola secondaria di Platì mentre le altre classi verranno utilizzate come termini di confronto in base ai risultati ottenuti. I ragazzi e i loro docenti saranno supportati nella didattica dall’uso di Google Work Space con l’ausilio di Gemini e il docente, dopo la spiegazione, avrà la possibilità di dare agli alunni compiti specifici in base alle loro caratteristiche o difficoltà personalizzando al massimo l’insegnamento”.

Perché proprio nelle seconde classi?

“Il progetto è biennale e questo permette di avere i dati in occasione delle prove Invalsi di terza. Alcune seconde verranno usate come riferimento per fare un confronto. Si potranno confrontare gli esiti sulle classi con gli esiti tra le classi dove si sperimenta e le altre dove non si sperimenta in maniera che si possa essere oggettivi”.

I docenti sono formati?

“I docenti dei Consigli di classe saranno appositamente formati entro il mese di ottobre. Proprio oggi ho saputo che la formazione verrà presso istituto tecnico Malafarina di Soverato in cui c’è una dotazione ottimale e qui alcuni formatori verranno per spiegare. La formazione permetterà che i Consigli di classe così formati possano personalizzare al massimo le attività didattiche e le verifiche in relazione ai livelli dei ragazzi. Se gli studenti sono più carenti sugli apprendimenti si daranno delle esercitazioni più mirate. E’ anche un alleggerimento per gli insegnanti”

E gli insegnanti come l’hanno presa?

“L’hanno presa bene. Questo progetto, ora inserito nel Ptof della nostra scuola, è passato dagli organi collegiali e i docenti sono entusiasti perché è importante per migliorarsi. Mettersi in gioco è determinante. Per me la scuola è un laboratorio di ricerca e noi – dirigenti scolastici e docenti – non dobbiamo fermarci, dobbiamo rivedere la nostra didattica con l’uso delle tecnologie anche per superare i tanti pregiudizi nutriti verso questi strumenti. L’uomo deve usare bene le nuove tecnologie e per questo deve sperimentare e capire”.

E’ un alleggerimento per i docenti, diceva lei prima. Ma non si lavorerà di meno…

“Non si lavorerà di meno. E’ un modo per lavorare meglio, non meno. E’ chiaro che come tutte le sperimentazioni ci sarà bisogno di aggiustamenti. Tra qualche anno magari ci saranno miglioramenti ma di base i ragazzi potranno essere seguiti meglio e i docenti li seguiranno meglio e non meno”.

I più critici sostengono che il progetto consista solo nel dare un sostegno ai ragazzi, un sostegno artificiale, e che non si tratti in realtà di una vera introduzione dell’IA a scuola.

“Non è così. Oggi ci sono tante tipologie di ragazzi e ognuno impara in modo diverso e per il docente è difficile seguire tutti bene. Insisto si lavorerà meglio e i ragazzi grazie a questo intervento saranno meglio seguiti dai loro docenti”.

Le famiglie come hanno reagito a questa novità?

“I genitori sono stati coinvolte in Consiglio d’Istituto attraverso le rappresentanze. Trovo che le famiglie siano aperte perché capiscono che sono delle idee che vengono poi messe in atto per avvicinarci ai ragazzi e ai loro stili di apprendimento. In questi ultimi anni le modalità di apprendimento sono cambiate moltissimo. Si è passati dalla lezione frontale a didattiche diverse e innovative tanto che oggi in un’ora si riesce a fare quello che prima si faceva in quattro ore non foss’altro per la possibilità di far vedere un video, giusto per fare un esempio. In un minor tempo rispetto a prima il docente riesce a fare molto di più. Il resto del tempo si può dedicare ad altro: è come se il tempo si amplificasse per acquisire le competenze anche trasversali che servono per diventare cittadini consapevoli. Ed è anche un modo per far capire ai ragazzi che i social possono essere utilizzati in maniera consapevole. Non tutti i ragazzi usano i cellulari e i social in maniera positiva. Bisogna prendere atto che ci troviamo di fronte a nativi digitali e dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e far capire che questi strumenti servono per l’istruzione e per l’educazione”.

Sempre più spesso gli alunni in generale usano la IA di chatGPT, giusto per copiare…

“Non va bene usare ChatGPT per copiare e l’unico modo per evitare che prevalga in loro un uso sbagliato e dannoso dell’intelligenza artificiale è far veder loro a scuola l’uso buono che se ne può fare e supportarli”.

Si abusa del cellulare a scuola, secondo lei?

“Nella fascia tra 11 e 14 anni vedo che gli alunni ne abusano e per questo mi trova d’accordo la nota del ministro Valditara sull’uso degli smartphone in classe. Ma ciò non va confuso con la IA. Ci vuole equilibrio nella vita. In medio stat virtus”.

Torniamo alla scuola che dirige. L’Istituto si inserisce in un contesto locale storicamente difficile che ha inciso nel tempo anche nella dispersione scolastica. Ma le cose sono nel frattempo cambiate. E’ così?

“Sì, lo sottoscrivo, c’è un grande pregiudizio. A Platì a San Luca ci sono stati dei problemi, così come a Catania e a Bergamo ci sono state altre tipologie di problemi. Quello che è successo nel passato è storia e questa è una comunità che ha tanto desiderio di riscatto. Qui non c’è la classica dispersione, c’è la dispersione implicita. Gli alunni talvolta hanno degli strumenti tali da potere affrontare bene le prove Invalsi. Ma ci stiamo lavorando. Gli alunni vengono a scuola regolarmente Tra “Agenda Sud” (si tratta di un recente e ambizioso programma che stanzia 185 milioni di euro per 2.000 scuole del Mezzogiorno, tra le quali 30 della provincia di Reggio Calabria, ndr.) e Pnrr siamo una scuola carica di progetti e non vogliamo perdere le opportunità che ci sono state offerte. Facciamo capire alle famiglie che non vogliamo perdere queste risorse che invece sono preziose e utili per superare le lacune che si sono accumulate in queste zone geograficamente isolate. I progetti, le reti, i gemellaggi: l’apertura è fondamentale ed è alla base di tutto, ma spesso si è prevenuti verso le tecnologie”.

La comunità è grata alla scuola per tutto quello che fate?

“Guardi, c’è una comunità che, se spieghi quello che fai, poi ti segue e devo dire che ho trovato, qui, delle famiglie più aperte e rispettose verso chi lavora nella scuola, che non in alcune zone del Nord. Qui sono molto rispettosi e grati. I genitori di alunni che escono alle 16 tante volte magari dicono: i bambini sono stanchi. Ma se spieghi bene l’importanza dello stare a scuola poi sono soddisfatti del lavoro che si fa. Anche perché in queste zonte non è che si facciano altre attività, quindi ben vengano questi progetti che fanno restare aperte le scuole e questi Pnrr che ci hanno dato tanta linfa”.

Torniamo all’iniziativa legata all’Intelligenza artificiale. Come avverrà la valutazione finale dell’intervento?

“Ritengo che Invalsi farà un confronto tra gli esiti degli anni scolastici passati con quelli del 2024 e del 2025 per verificare se grazie a questo intervento con la IA ci sia stato o meno, nel frattempo un cambiamento dei livelli di apprendimento in matematica, inglese e italiano. Capirò di più dopo la formazione, tuttavia devo dire che in parte i docenti più illuminati e quelli più volenterosi e che amano l’insegnamento già le studiano tutte per supportare i ragazzi con le proprie differenze anche sul piano della personalità. Questi nuovi strumenti saranno di aiuto”.



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