Economia Finanza

Safieddine, il cugino di Nasrallah favorito per la successione. Un fedelissimo di Teheran



I legami familiari di Safieddine e la sua somiglianza fisica con Nasrallah, così come il suo status religioso di discendente di Maometto, sarebbero tutti fattori a suo favore.

Ha anche criticato apertamente la politica statunitense. In risposta alle pressioni americane su Hezbollah, nel 2017 ha dichiarato: «Questa amministrazione americana mentalmente impedita e folle, guidata da Trump, non sarà in grado di danneggiare la resistenza», affermando che tali azioni avrebbero solo rafforzato la determinazione di Hezbollah.

Gli studi in Iran (come Nasrallah)

L'influenza di Safieddine non si limita al Libano, ma si estende anche all'Iran, dove ha trascorso anni studiando a Qom, centro dell'istruzione religiosa sciita. I suoi stretti legami con Teheran si sono ulteriormente consolidati nel 2020, quando suo figlio Rida ha sposato Zainab Soleimani, figlia del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds iraniana ucciso in un attacco statunitense.

Successore naturale

Questi legami rafforzano la sua posizione come successore naturale di Nasrallah, in quanto rappresentano la continuità delle strette relazioni tra Hezbollah e l'Iran. Uno dei maggiori punti di forza di Safieddine è la sua lunga esperienza alla guida del Consiglio esecutivo di Hezbollah. Questo organo non solo si occupa delle operazioni quotidiane del partito, ma gestisce anche una vasta rete di investimenti economici che garantisce l'indipendenza finanziaria dell'organizzazione.

Questi investimenti, distribuiti in tutto il mondo, sono essenziali per finanziare la struttura operativa e militare di Hezbollah, che si estende ben oltre i confini libanesi. Si stima che le risorse gestite da Hezbollah siano di enormi entità, con interessi economici presenti in Medio Oriente, Africa, Europa e Americhe. Il Consiglio esecutivo, che un tempo aveva sotto il proprio controllo anche il braccio militare del partito, è stato successivamente affiancato dal Consiglio jihadista, separando le competenze tra i due organi.



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