Sport

Una mossa politica, un ricorso incomprensibile: che danno per Sinner


Un appello ufficializzato proprio mentre Jannik era in campo a Pechino, che va contro il giudizio di un tribunale indipendente e lascia un senso di ingiustizia

Sorpresi, delusi e anche arrabbiati. Le nostre prime reazioni sono le stesse di Jannik Sinner, il numero uno del tennis mondiale, di fronte all'incomprensibile ricorso della Wada al Tas. I signori dell'antidoping mondiale hanno ritenuto (dopo quasi due mesi di studio delle carte) che l'assoluzione di Jannik da parte della Itia (organismo antidoping indipendente della federtennis internazionale) non sia corretta. E ora bussano al tribunale arbitrale dello sport di Losanna chiedendo una squalifica da uno a due anni perché non si riconoscono nel verdetto di “assenza di colpa o negligenza”. Questo mentre tutta la comunità scientifica concorda sull'irrilevanza del controllo (meno di un miliardesimo di grammo di Clostebol) e sulla certezza che comunque non avrebbe avuto nulla a che fare con la performance sportiva. Di più: tutte le inchieste portano all'evidenza di un inquinamento esterno e non di assunzione diretta.



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