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Walcott, la quercia con la Bibbia che solo Rocky seppe abbattere


Arnold Raymond Cream all'anagrafe, un nome d'arte preso dal suo idolo, la Bibbia sul comodino e la cintura a 37 anni. Poi arrivò Marciano…

Se tutto quello che aveva – ampiamente – meritato avesse proceduto lungo una linea retta, staremmo qui a parlare di un vero e proprio regno pugilistico, non di un titolo mondiale che quasi non era ancora arrivato e stava già per andarsene. Invece una vita, così come la carriera di chi deve affrontare gli altri uno a uno, non può che seguire le curve, le anse che lo portano a incrociare i passi, oi guantoni, degli altri. È il cammino dell'uomo timorato, come in quel passo di Ezechiele, anche se “Pulp fiction” e il ghigno di Samuel L. Jackson non c'entrano nulla; c'era però sempre una Bibbia, questo sì, sul suo comodino; lui in effettiva colpiva più per vincere che per far male: il suo stile glielo consentiva, la sua potenza ne usciva tirata a lucido. Quasi certamente John Donne non si era mai occupato di sport da combattimento, nella sua epoca; ma quando scrisse che – Nessun uomo è un'isola – pensò anche a tutti quegli uomini che per qualcosa si battono; per qualsiasi cosa, sapendo che la loro sorte, al di là di meriti e valori, inciampa prima o poi in quella degli altri.



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