Ricette

Per costruire una cantina casalinga con vini classici e nuove tendenze bastano 2mila euro


Esistono diversi modi per organizzare una cantina casalinga pronta all'uso, che tiene conto di diverse tipologie di vini e soprattutto senza spendere una fortuna. Tempo fa ne suggerii una classica. Ma i gusti non sono tutti uguali – per fortuna – e alcuni preferiscono altri stili rispetto a quelli canonici. Ecco pertanto alcune dritte che tengono conto delle tendenze attuali e più recenti, anche se vale la regola che il classico non tramonta mai. La raccomandazione solita è quella di controllare la temperatura della cantina poiché il caldo e la luce accelerano i processi di maturazione e, di conseguenza, l'ossidazione. Ricordare che la temperatura della cantina ideale è compresa tra i 10 ei 15 gradi con umidità intorno al 75-80%.

Bollicine a basso dosaggio

Ma andiamo con ordine: partirei con quelle che ormai tutti chiamiamo “bollicine”.
L'attuale tendenza è quella di ricercare “dosature” molto contenute se non assentiquindi mi orienterei su Pas Dosé o Extra Brut del TrentoDoc. La Franciacorta nella sua espressione tipica del Satèn non può mai mancare, ma stavolta azzarderei anche zone meno consuete dove ho provato spumanti molto interessanti a prezzi umani come in Emilia, ad esempio, con le declinazioni di Metodo Classico a base Lambrusco. Per qualche amico che non può proprio fare a meno del Prosecco potete scegliere fra le Docg (non altro, vi prego!) meglio se cru di Rive, come ad esempio Refrontolo o Follina. Direi tre pezzi per tipo e con le bollicine siamo a dodici bottiglie.

Tutte le sfumature del bianco

Passiamo ai bianchi, dove eviterei quelli eccessivamente aromatici che sono scesi di interesse verso il pubblico; tuttavia, qualche citazione mi pare di rigore come Kerner o, in alternativa, Incrocio Manzoni. Il Friuli-Venezia Giulia è imprescindibile dove il Carso esprime grandi interpretazioni di bianco: la Vitoska è il suo vitigno per me più rappresentativo. Ovviamente non può mancare il Friulano (quello che per anni abbiamo chiamato Tocai) e meglio se del Collioqualche eccellenza si trova anche in Colli Orientali e Isonzo.
Vi suggerisco anche il Pinot Bianco che per anni è stato messo un po' da parte mentre io lo trovo delizioso e infatti – sia in Alto Adige che in Friuli – diversi produttori stanno puntando su questo interessante vitigno che riscontra il gusto di un pubblico più giovane rispetto al passato. Inoltre raccomandando di inserire qualche bianco di Isole minori in quanto rappresentano una piacevole alternativa che non mancherà certamente di incuriosire anche i vostri commensali. I più comuni e facili da trovare sono Ischia Biancolella o Malvasia di Salina (vinificare in secco).

Completerei la selezione italiana con Verdicchio dei Castelli di Jesi, Fiano di Avellino e Etna bianco: vini che esprimono generalmente grande qualità e una profonda territorialità. Per tutti questi bianchi facciamo, per intenderci, quattro per tipo.

Se volete osare un tocco di internazionalità tenete conto che la Borgogna classica oramai ha raggiunto prezzi mediamente molto elevatima esistono denominazioni che possono essere ancora accessibili e dare soddisfazioni; ad esempio come Chardonnay orientatevi su Meursault o Saint-Aubin. Altri territori esteri da tenere d'occhio sono la Spagna con l'Albariño, l'Austria con il Gruner Veltliner e la Nuova Zelanda con i suoi Sauvignon blanc. Scegliamo due bottiglie per tipo e così chiudiamo il conteggio dei vini bianchi a quaranta. Un discreto assortimento, niente male: direi che la cantina inizia a prendere forma!



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