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L’ira di Fonseca: basta indisciplina, serve una svolta. Il club è con lui, giocatori nel mirino


Mai più scelte autogestite come per i rigori contro la Fiorentina e indolenza. La strigliata dopo il ko con i viola colpisce il gruppo e ha il sì della società




Giornalista

8 ottobre – 00:02 – MILANO

Lo sfogo di Paulo Fonseca contro i giocatori che non hanno rispettato le sue indicazioni su chi fosse il rigorista (Pulisic) non è stato dettato dalla rabbia per il ko che il tecnico rossonero aveva dentro di sé alla fine della partita. La sua irritazione non gli è stata tirata fuori dopo due-tre domande ficcanti sull'argomento: è stato il portoghese che ha scelto di rendere pubblico il suo disappunto nei confronti della squadra per quel che riguarda la gestione dei due tiri dagli undici metri, ma più in generale per una prestazione molto diversa rispetto a quella contro il Bayer Leverkusen. O comunque della mezzora finale sul campo dei tedeschi. Al Franchi l'allenatore del Diavolo sapeva che un racconto comportamento di fronte alle telecamere e ai giornalisti lo avrebbe reso attaccabile dalla critica. Lui che viene scavalcato dalle scelte dei calciatori, lui che non viene ascoltato… Eppure, Paulo è andato avanti per la sua strada: prima di fronte a Milan Tv e poi, con ancora di più forza, in conferenza stampa. Perchè? Voleva lanciare un messaggio indiretto ai giocatori: da adesso basta sconti e giustificazioni. Sia nel chiuso dello spogliatoio sia in pubblico. Fermare questa strana “autogestione” dei momenti chiave che alcuni leader hanno provato a imporre. Nonostante ieri la società abbia ribadito, “off the record”, la fiducia nel tecnico, Fonseca sa benissimo che le due sconfitte di Leverkusen e Firenze hanno rimesso in bilico la sua posizione e il futuro. Gli alti e bassi di prestazioni avuti finora, abbinati con i pressoché continui errori difensivi, non possono andare avanti ea questo punto serviva una scossa forte. Come quella di domenica notte che, in pubblico, ha messo il gruppo di fronte alle proprie responsabilità.

cambio di linea

Quello di Fonseca è un cambio di linea evidente rispetto a ciò che è successo prima della sosta di settembre, quando all'Olimpico era andato in scena… l'ammutinamento di Theo e Leao nell'ormai celebrecooling break. Nell'immediato dopo gara il tecnico ex Lilla aveva parlato insieme a Moncada con i due, poi l'esterno francese aveva spiegato l'accaduto a Milan Tv (“Non avevamo bisogno di bere perché eravamo entrati da due minuti”), Paulo ne aveva sposato la linea e la società aveva chiuso la vicenda in fretta e senza multe. Chiaro il desiderio di ripartire con un altro passo, e senza scossoni nello spogliatoio, alla ripresa del campionato contro il Venezia. Stavolta però non potrà essere così perché la sfuriata di Fonseca prima nello spogliatoio e poi di fronte ai media non potrà passare inosservata: il segnale che ha lanciato stavolta non è stato… criptato e ora si aspetta una netta inversione di tendenza. La società è dalla sua parte e in questo momento è molto più arrabbiata con i calciatori che con l'allenatore. Perché sono loro ad andare in campo ea commettere errori imperdonabili come quelli che sono costati i gol della Fiorentina: uno su fallo laterale e uno su rinvio di De Gea. Impossibile da giustificare più dei due errori dal disco.

diplomazia

CheFonseca avesse intenzione di far cambiare… la direzione del vento era chiaro già dopo il primo tempo, quando le sue urla per la prestazione scadente offerta nei quarantacinque minuti iniziali sono risuonate nello spogliatoio rossonero. Il tecnico è stato deluso in particolare dall'atteggiamento della squadra, dall'approccio sbagliato a un incontro che avrebbe potuto permettere l'aggancio al secondo posto e consegnare al Diavolo la quarta affermazione di fila in campionato. Sarebbe stato un passo importante a livello psicologico, una cosa che l'allenatore ha tenuto per arrivare definitivamente alle spalle il brutto inizio di stagione. La reazione nella ripresa c'è stata, ma “macchiata” dal caso sul secondo rigore che non ha calciato il rigorista designato da Fonseca (ne parliamo a parte) e dall'ennesimo svarione in difesa di un singolo (Tomori) che è costato il pareggio. Adesso sono quattro le sconfitte nelle prime nove partite ufficiali. Un'enormità.

niente leader

Fonseca ha evitato di nominare i colpevoli di fronte ai giornalisti e nello spogliatoio. Non ha puntato il dito contro nessuno in particolare, ma piuttosto ha rimarcato le mancanze (tecniche e comportamentali) un po' di tutti. Da domani a Milanello parlerà, individualmente, con coloro che non sono con le nazionali e devono avere un “ripasso”; per chiarire, sempre individualmente, con gli altri ci sarà tempo al loro ritorno in Italia. Di certo finora Paulo si aspettava di più dai senatori. Soprattutto in termini di leadership all'interno del gruppo. Tomori è troppo nervoso e disattento, Leao è involuto in fase offensiva perché si sacrifica per coprire (amava di più la libertà che gli dava Pioli), Theo è anarchico, Morata dà molto in fase di pressante, ma ha segnato meno di quanto era lecito attendersi perché… spremuto. Pulisic ha un rendimento super, ma per carattere non trascina gli altri. Da qui la necessità di una scossa. Alla ripresa vedremo che effetti avrà avuto.





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