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Proteste furiose, rigori rubati, cambi mal digeriti: è un Milan oltre l’orlo della crisi di nervi


La squadra di Firenze somiglia a una polveriera, tra (troppi) giocatori incapaci di contenersi, screzi tra compagni e un allenatore che a fine gara ha raccontato di non essere stato seguito nelle sue direttive




Giornalista

7 ottobre – 16:18 – MILANO

Una squadra sull'orlo di una crisi di nervi, oppure quell'orlo è già stato superato e la crisi di nervi è certificata? A giudicare dalla partita di Firenze, la risposta corretta parrebbe la seconda. E genera un certo stupore affermare il concetto perché questo non è – quanto meno, pareva non fosse più – il Milan di inizio stagione. Certo, la sconfitta di Leverkusen era maturata soprattutto per la prima ora di buio praticamente assoluto, a cui però era seguita un'ultima mezzora talmente confortante da far uscire il Diavolo dalla BayArena con la netta sensazione di una sconfitta immeritata. Insomma, non c'erano elementi che potrebbero far prevedere un passo indietro così evidente a Firenze. Anche perché Fonseca pareva aver trovato la chiave giusta per continuare a lavorare non soltanto in termini tattici, ma anche mentali. La grigliata, la “leaderanza” condivisa con cinque capitani a rotazione, i cartelli motivazionali negli spogliatoi, gli attestati di stima di alcuni giocatori. In questo contesto, il derby era parso la panacea di tutti i mali, la vera ripartenza, il ripetitore che soltanto la vittoria in una stracittadina dopo sei schiaffi di fila poteva dare.

sproporzione

Altro che effetto derby: se c'è stato, è comunque finito subito. E allora fa effetto pensare all'abbondante quantità di nervosismo che ha macchiato la partita del Diavolo a Firenze. Nervosismo in dimensioni assolutamente sproporzionate rispetto a quello che era il bioritmo collettivo prima del fischio d'inizio (i rossoneri con una vittoria si sarebbero ritrovati secondi con l'Inter a -2 dal Napoli capolista). Segno, quindi, di maleseri che comunque covavano evidentemente sotto la cenere. Nervi saltati che hanno coinvolto parecchi giocatori. Leao, per esempio, nel primo tempo ha rimproverato platealmente un compagno reo di non avere assistito come lui avrebbe voluto. Mentre la reazione di Tomori con Pairetto, dopo una trattenuta su Kean, è stata fuori luogo in termini di intensità e rabbia. Una rabbia da frustrazione, che infatti ha portato all'ammonizione. Quindi i due sgradevoli siparietti sui rigori a favor. Nel primo caso Hernandez ha scippato palla a Morata che ce l'aveva sotto il braccio e la stava portando sul dischetto. Il secondo episodio è ancora più clamoroso perché Tomori ha preso il pallone e l'ha consegnato intenzionalmente fra le mani di Abraham (ma perché?), che poi ha scansato bruscamente il tentativo di Pulisic di prendersi quanto gli spettava di diritto.

sceneggiata

E poi, ancora: la reazione dello stesso Pulisic quando Fonseca l'ha sostituito con Chukwueze (37' della ripresa: “Perché?”, perché?, ha chiesto più volte il nazionale Usa mentre andava a sedersi in panchina. Infine, la sceneggiata epica di Hernandez dopo il fischio finale, a muso duro contro l'arbitro Pairetto Con la fascia al braccio: disastro completato. Ah, vale la pena inserire nell'elenco anche le parole di Fonseca nel dopogara: “I rigori? Sono inc. .., il tiratore è Pulisic”. In pratica l'allenatore ha certificato il fatto di non essere seguito nelle sue direttive. Sì, probabilmente l'orlo della crisi di nervi è stato superato e il Milan c'è caduto dentro con entrambi i piedi Spedire a fine partita il povero Gabbia (di nuovo) davanti alle telecamere non è stato ovviamente sufficiente per tornare a una situazione di normalità: ma è confortante sapere che a Milanello lavorano anche giocatori dotati di evidente saggezza.





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